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Non sparate al benzinaio, la colpa dei rincari è di altri

Creato il 05 gennaio 2012 da Lapulceonline

benzina, benzinai Sfatiamo un mito: quando il prezzo dei carburanti aumenta, i gestori degli impianti di distribuzione non aumentano i loro introiti. Sembra un paradosso, ma in realtà, andando oltre le credenze e i luoghi comuni, si scopre che tanto assurdo non è. Lorenzo Canepa, della Confesercenti di Alessandria, ci ha spiegato che “la maggior parte degli impianti di distribuzione di carburanti in Provincia è di proprietà delle grandi Compagnie petrolifere, le quali danno in gestione questi impianti ad operatori, ovvero ditte e società che hanno stipulato un contratto con le Compagnie stesse”. Quasi sempre, quindi, i “benzinai” non sono proprietari degli impianti, ma semplici affittuari.
I prezzi vengono imposti dall’azienda produttrice e i margini di discrezionalità dei gestori sono minimi. Il compenso di ciascun gestore è fisso, e tiene conto esclusivamente dei litri venduti, indipendentemente dal prezzo del carburante. Il loro compenso, dunque, non risente delle oscillazioni dei prezzi, in quanto è stabilito dal contratto di gestione con le Compagnie. Così come il benzinaio non guadagna quando il prezzo della benzina sale, allo stesso modo non riduce i suoi profitti se il prezzo scende. Quello che è fondamentale per il gestore, è la quantità di litri che riesce a vendere, dal momento che il suo compenso è fisso per ogni litro venduto. In altre parole, il guadagno di un gestore è direttamente proporzionale alla quantità di carburante venduto: più litri vengono erogati, più l’affittuario intasca.
“La soglia affinchè un distributore dia dei profitti è di circa 1 milione e 200/300 mila litri venduti all’anno. Sotto questa cifra è difficile mantenere in piedi l’attività, dato che le spese di gestione dell’impianto sono molto alte”. Non è un caso se negli ultimi anni hanno iniziato a fare la loro comparsa nei distributori anche bar, edicole e tabacchi: “L’offerta di prodotti si è allargata in modo da aiutare i gestori, che altrimenti solo con la vendita di carburante farebbero fatica a sopravvivere”.


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