Non sparate su chi lavora

Creato il 06 marzo 2013 da Marcar

La tragedia nella sede della Regione umbra, dove un piccolo imprenditore locale ha ucciso due giovani impiegate, prima di suicidarsi, è dovuta, oltre che alla disperazione, certamente all'odio continuo e continuato contro i dipendenti pubblici che la partitocrazia italiana dispensa da almeno dieci anni.

Da Brunetta a Grillo (sinceramente, non ce l'aspettavamo...) passando per i vari Ichino dell'allora finta opposizione del PD, chi lavora per o Stato, gli impiegati di enti e agenzie governative, sono accusati di ogni nefandezza possibile.

Insegnanti, amministratori vari, poliziotti, maestre, infermieri, medici, impiegati che hanno la sola colpa della stabilità del posto di lavoro (ovviamente per uno stipendio da fame) in un mondo che sta morendo di precarietà e disoccupazione.

Non è sparando su chi lavora, verbalmente o di fatto, che si risolvono i problemi dei precari e disoccupati. La guerra tra lavoratori non porta a nulla e tantomeno risolvono qualcosa le parole d'odio di chi, piuttosto, vorrebbe sostituire i pubblici servizi con attività private e quindi nuova precarizzazione per chi lavorerebbe al loro interno.

Il pubblico impiego, che piaccia o no, è parte dello stato sociale dato che sono i poveri a rivolgersi in prevalenza, ai servizi della PA, gratuiti o perlomeno alla portata di tutti, e uguali per tutti.