Secondo la mentalità scientistica, quella cioè di sopravvalutazione e abuso delle scienze, è vero solo ciò che ci dice il chimico, il fisico, l’astronomo, il medico, etc.
Tutto il resto sarebbe opinione, convinzione soggettiva, oppure libera espressione individuale (…).
Questa è una delle grandi distorsioni e mistificazioni culturali del nostro tempo.
La poesia è episteme (cioè scienza) tanto quanto lo è la meccanica quantistica, in modo necessariamente diverso; ed entrambi con rigorosi ambiti e limiti ; ma l’una bisognosa dell’altra.
L’attuale crisi culturale è dramma di riduzione materialistica,di invasione e usurpazione di campo, di unilateralità o negazione di altre dimensioni, e di relativizzazione della verità fino alla sua stessa scomparsa.
( da Giovanni Casoli, “Vangelo e letteratura”- Città Nuova)
Secolarizzazione, crescente indifferenza religiosa, affermazione del pensiero debole hanno segnato e segnano, dalla Rivoluzione francese in poi, l'età contemporanea.
Come tutto questo si riflette nella letteratura?
È la domanda all'origine della riflessione dell'autore.
Gli scrittori e i poeti, in particolare, hanno interpretato molto per tempo la "notte di Dio": da Giacomo Leopardi che registra la crisi e il fallimento della cultura illuminista della ragione, a Jean Paul Sartre, che ne La nausea grida la morte di Dio e dell'uomo, fino a Ionesco, cercatore di Dio sincero e dolorante, di cui sono testimonianza il suo teatro e i suoi diari.
Casoli ripercorre attraverso alcune grandi voci il panorama letterario contemporaneo, individuando segni di speranza di un nuovo umanesimo.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)