Il Dizionario la definisce con queste parole una porta:
“apertura che mette in comunicazione due ambienti separati da un muro, da una parete, da una recinzione.”
Nulla da dire, per una qualsiasi porta, questa definizione è sufficiente e chiara. Non lo è però per -La Porta- dalla quale sono entrata in punta di piedi, per -La Porta- dove entrano bambini e volontari, dove entrano anche lacrime ma si vorranno far uscire Uomini e Donne con il Sorriso. Le parole, lasciatemelo dire, sono difettose, hanno la capacità sì, di aprire e chiudere mondi, però vogliono sempre delimitare, recintare, chiudere, semplificare… Ma, ci sono porte e Porte e per le seconde non basteranno poche righe da vocabolario per raccontarle.
Ok… ook… Lo confesso a me le porte non sono mai piaciute, proprio come le definizioni e le etichette. Anzi già che ci sono meglio confessare subito anche questo: le porte a casa mia devono essere sempre aperte. Perché i pensieri abbiano la libertà di entrare ed uscire senza sbattere o incastrarsi su inutili maniglie, haimé sono distratti come me. Aperte per lasciare libere le persone di entrare a chiaccherare se vogliono e perché -La Porta- aperta è un messaggio positivo, é un invito… anche a restare.
Senza rendercene conto entriamo ed usciamo sempre da tante porte, senza accorgercene in realtà facciamo moltissime cose senza vedere il loro vero valore. Ho fatto quella che, spero non essere stata una troppa lunga premessa, per portarvi a conoscere e ad entrare per una porta, che si merita “ad honorem” l’articolo determinativo “La”. Vi ho accompagnato fin qua, all’uscio e ora il compito e l’onore di entrarci lo lascio alla padrona di Casa, Antonella Caldart, che racconta la storia di una bambina che -La Porta- la conosce bene…
Questa è la storia di Fancesca (chiamiamola così) che a otto anni è entrata nella comunità per minori -La Porta- di Vittorio Veneto (TV). Francesca era una bambina come tante altre, con una mamma dolce, bella, che un giorno si è innamorata di un uomo forte… troppo forte per lei, tanto chè, a poco a poco, quell’uomo (meglio dire un mostro!) si è dimostrato cattivo, violento, maniaco.
La mamma di F. è stata costretta a prostituirsi, a prestarsi a giochetti indecenti, in casa del suo uomo. Giochetti che l’uomo riprendeva con un vero e proprio impianto di registrazione (più tardi trovato dai Carabinieri dietro il muro della camera da letto della coppia). E F? F. vedeva, sentiva, piangeva, aveva paura ma non sapeva cosa fare. Non capiva perché la sua mamma piangeva quando invece, avrebbe dovuto essere orgogliosa di quell’uomo così forte quale era il suo papà. Ma F. non capiva nemmeno perché la sua mamma non la proteggeva dalle paure che lei aveva… E un giorno la mamma di F. se ne è andata di casa, lasciandola lì, con quel papà che lei amava ma temeva, sola!
E poi sono arrivati i Carabinieri e hanno portato via il suo papà e lei è rimasta sola, impaurita, non capiva cosa stava succedendo, o forse sì, lo capiva, ma aveva tanta Paura. Un’assistente sociale, è andata a prenderla, l’ha abbracciata, l’ha rassicurata e l’ha portata nella sua nuova casa. Una Casa dove la parola -grande- é la sua misura, tavolo, salotto, cucina, divano, tutto piú grande. Tante camerette per tanti bambini e bambine che come lei, con gli occhi tristi, si facevano coraggio… sorridendo, giocando, mangiando insieme.
F. arriva a -La Porta- un pomeriggio di Settembre, era un Sabato. Quella sera c’era Mario di turno, l’educatore più giovane della Comunità. Un ragazzo gioviale, sorridente. Eppure F. non voleva passare la notte in quella casa con un maschio. NO, F. aveva Paura.
Paura di farsi la doccia, paura dell’acqua che toccava il suo corpicino di bambina, paura del buio, paura che l’unico adulto in casa fosse un uomo… F. quella sera piangeva, piangeva, era inconsolabile, F. aveva Paura. Fu necessario l’intervento di una educatrice che, per calmarla, la portò a casa sua, la tranquillizzò e la fece dormire accanto a sé.
Quella di F. è una storia lunga, 8 anni rimane all’interno della Comunità ma, con l’aiuto di esperti educatori, psicologhe, assistenti sociale, F. riesce a perdonare la sua mamma, capisce che a causare la fuga della mamma era stato il suo papà, che la mamma era fuggita per salvare sé stessa e anche F. La mamma? Una donna dolce, bella e determinata che ha saputo farsi aiutare per risalire la china, rimettere insieme i pezzi della sua dignità e della sua personalità.
Una Mamma che ha saputo rimettersi in gioco, che si è trovata un lavoro per essere autonoma e indipendente. Andava a trovarla sempre più spesso in comunità.
E F. ricorda bene quel pomeriggio quando, dopo tanto, tantissimo tempo, è uscita con la sua mamma a mangiare un gelato. E tra una leccata e l’altra, quasi si stessero leccando le ferite, si sono parlate, si sono raccontate, hanno pianto, si sono abbracciate e hanno capito che no, non avrebbero più potuto vivere separate. Quell’uomo non poteva più far loro del male. Era uscito di galera, era di nuovo in giro, addirittura aveva trovato una nuova compagna ma no, loro non gli avrebbero più permesso di entrare nelle loro vite.
E così F., 8 anni dopo quel lontano sabato di Settembre, è uscita dalla Comunità. Una ragazzina forte, matura, decisa a vivere la propria vita, a scegliere il suo futuro, come aveva imparato dalla sua mamma. Oggi F. vive a casa che la mamma è riuscita ad acquistare lavorando tanto ma con determinazione per la sua bambina, ha terminato gli studi, è diventata una chef e si è anche fidanzata… Con un Uomo che la rispetta, la aiuta ad essere sé stessa, le vuole bene. Un Uomo con il quale sta progettando di costruire un futuro, di avere dei figli a cui dare tanto, vero Amore!
Antonella Caldart Presidente La Porta o.n.l.u.s
-La- Porta.
Quando stavo uscendo da questa Porta, Antonella mi ha sorriso e mi ha detto:
“Questa é una grande famiglia in una grande Casa. Invece che un bambino che torna a casa e ti dice com’é andato il compito in classe te ne corrono incontro 8 e invece che una voce é un coro.”
Attraverso l’evento whitEmotion, organizzato da ChriMa Laboratorio Eventi che si terrà ai Cadelach di Revine il 3 Luglio, si aiuterà questa Casa, questa Famiglia, questa realtà. Questa Porta può essere aiutata e sostenuta ogni giorno da chi, decide di entrarci e di dare il suo contributo…
Entriamoci.