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“Non vi è che un modo per essere felici: vivere per gli altri.” (Lev N. Tolstoj)

Creato il 21 agosto 2011 da Nesti

A Renato

“Non vi è che un modo per essere felici: vivere per gli altri.” (Lev N. Tolstoj)

Per l'Anniversario (8°) della morte di RENATO GRILLI (11 Maggio 1945  -  21 Agosto 2003)

Mi sono recato con mia moglie Silvana nel piccolo camposanto di Albareto, ove riposa il cuore generoso e tenace di Renato Grilli. Una tomba di sobria e disadorna eleganza popolare circondata da altre semplicissime tombe: le tombe della gente del suo paese di origine. Ho tribolato un po’ a trovarla. Poi un tuffo nell’animo. Ecco la sua cara immagine, il suo nominativo, le date di nascita e di morte, una sola qualifica: onorevole. Quella qualifica che da più parti, a torto o a ragione, si vorrebbe abolire; una qualifica che nessuno potrà mai cancellare dalla biografia di Renato.

Onorevole di nome e di fatto. “Era già l’ora che volge il disio / ai navicanti e’ntenerisce il core / lo dì c’han detto ai dolci amici addio; / e che lo novo peregrin d’amore /punge, se ode squilla di lontano / che paia il giorno pianger che si more …”: dinanzi alla lapide del dolce amico Renato mi sono intenerito e commosso anch’io. In pochi attimi sono trascorsi davanti ai miei “occhi incerti tra ‘l sorriso e il pianto” quasi trent’anni di comune militanza politica e di fraterna amicizia, non privi di franchi e leali confronti dialettici.

Ci siamo conosciuti alla fine degli anni Settanta del secolo scorso. Renato era assessore provinciale alla scuola e alla cultura. Io ero assessore del Comune di Corniglio con le medesime deleghe o suppergiù. Entrambi eravamo aderenti al PCI. Ho iniziato allora a conoscere e ad apprezzare le sue notevoli qualità di militante e dirigente politico, di pubblico amministratore e – soprattutto – di persona. Scoprii fin d’allora che Renato era un umanista integrale, credeva cioè in tre rilevanti primati: “della persona, e con essa della società, sullo Stato; della persona, e con essa del lavoro, sul capitale; della persona, e con essa dell’etica, sulla politica”. A quei tempi per un politico del PCI come Renato ci voleva davvero una buona dose di coraggio e lungimiranza! Risalgono a quel periodo i primordi dei nostri reciproci sentimenti di stima e amicizia: mai venuti meno. La sostanziale condivisione di valori, ideali e progetti e – in special modo – l’amore per la nostra terra di montagna e per la sua gente favorirono il consolidamento di tali sentimenti.

“Non vi è che un modo per essere felici: vivere per gli altri.” (Lev N. Tolstoj)

I nostri rapporti aumentarono di intensità intellettuale e operativa dal 1983, allorché assunse l’incarico di segretario provinciale del partito, e particolarmente in occasione della campagna elettorale del 1987, a seguito della quale venne eletto deputato al parlamento  italiano con oltre 17.000 voti di preferenza. Negli anni successivi venne chiamato all’assunzione di ulteriori incarichi prestigiosi sia a livello regionale (coordinatore dei deputati dell’Emilia – Romagna) che a dimensione nazionale (segretario – tesoriere del gruppo parlamentare PCI – PDS e membro dell’ufficio di presidenza del medesimo gruppo). Nel 1991 entrò a far parte del consiglio nazionale del PDS, divenuto poi DS. Fu in questo contesto di alte responsabilità che intensificò il suo impegno per contribuire alla stesura di una nuova legge sulla montagna, che poi venne approvata al termine della breve legislatura 1992-1994.

A mio avviso fu soprattutto in quel periodo di sconvolgimenti e di innovazioni sia sul piano politico – istituzionale che su quello del costume e della sensibilità popolare che emerse in tutta evidenza l’elevata personalità umana e politica di Renato Grilli: una personalità antisettaria e antidemagogica, riformista e garantista, rispettosa e comprensiva fino ai limiti del libertarismo, moderna in senso europeo e cosmopolita. Martin Luther King avrebbe forse definito Renato Grilli un nonconformista creativo e solidale; Jacques Maritain l’avrebbe definito un umanista integrale, come già scritto.   Renato era insomma dotato di una personalità umana e politica coraggiosa, tenace, lungimirante e intraprendente; aperta a sempre nuove frontiere e pur ancorata a solide radici e a rigorosi principi (Carlo Levi sosteneva che “il futuro ha un cuore antico”, anche Grilli di certo la pensava così). Renato praticava la solidarietà e il culto dell’amicizia: le sue giornate erano colme di attenzioni e delicatezze, che la sobrietà antiretorica e il senso della misura del suo carattere rendevano ancor più deliziose. Scorrazzava – forse in modo un po’ temerario – dalle rive del Po alle contrade dell’Appennino e non solo per esigenze di rappresentanza: con gli amici si faceva vivo nelle occasioni e nelle ore più impensate, giungeva quando meno te lo aspettavi e il suo arrivo significava sempre una gran festa! Non ci univano soltanto gli appuntamenti politici e gli impegni istituzionali, ma anche tanti momenti di fervida convivialità e di animazione culturale. Ricordo con nostalgia i pranzi e le cene nelle trattorie dell’Alta Val Parma e Bratica, le rimpatriate sotto l’acero secolare di Gianni e Giulia, le manifestazioni allietate dalle fisarmoniche di Corrado e Luigi, gli spettacoli con l’attore Francesco Maria Sciacco e con i cantori e i ballerini del territorio. Anche le competizioni elettorali, tipo la memorabile campagna per le amministrative comunali di Corniglio del 1999, rappresentavano per noi occasioni di festa popolare e di confronto politico condotto senza risentimento e malanimo (sia pur sulla punta di fioretto dell’autoironia e dell’ironia, talvolta dell’umorismo, com’era nello stile inimitabile di Renato).  

L’ultimo decennio della sua esistenza è stato particolarmente denso di inquietudini, delusioni e sofferenze.  Vorrei parlare in modo approfondito di quel periodo, ma per l’emozione stento a trovare le parole giuste e adeguate (direbbe Dante: “E ‘l modo ancor m’offende”!). Vorrei parlare dei contrasti mai più sanati col suo partito, delle incomprensioni e delle malevolenze subite, della sua non riconferma prima come candidato alle elezioni politiche del 1994 e poi come presidente dell’ARNI (nonostante l’ottimo lavoro svolto); vorrei parlare – come già detto – della sua sorprendente adesione alla mia lista in occasione delle elezioni amministrative di Corniglio del 1999; vorrei soprattutto parlare della sua malattia, affrontata con straordinaria dignità e incredibile spirito di ottimismo, pur nella consapevolezza della sua reale situazione di salute;  vorrei parlare delle sue tenere attenzioni e delle sue argute e raffinate riflessioni esistenziali -  specialmente negli ultimi tempi – verso gli ambienti naturali, i paesaggi, gli animali; nei confronti di ogni essere vivente, partendo dalle persone di qualsiasi etnia e nazionalità, che cercava di aiutare lungo il loro complesso cammino di inserimento nelle nuove realtà di vita e di lavoro. Sapeva infatti che “tutta l’umanità è affar nostro” (Charles Dickens) e, di fatto, metteva quotidianamente in pratica il nobile intendimento di Walt Whitman: “… non farò che una sola persona sia trascurata o lasciata da parte”.  Vorrei parlare di quegli anni “difficili e anche amari, quasi da apolide, da senzatetto: lui, vecchio uomo di partito”. Sono queste le parole, pesanti come macigni, pronunciate dal sen. Fabio Fabbri nella sua vibrante orazione funebre. Pertanto non mi dilungherò oltre. Di quegli anni mi devo far perdonare qualcosa anch’io: forse non gli sono stato abbastanza vicino, per pudore o per pigrizia.  Non saprei.

Mi accorgo che al cospetto della sua lapide, fra un ricordo e l’altro, il tempo è volato. Il sole sta tramontando dietro i monti della sua valle. Presto un tripudio di lucciole e di cicale terrà compagnia al sonno di Renato. Mia moglie sfiora con un bacio e una carezza la sua immagine. Seguo i suoi gesti con dolente e un po’ frastornata tenerezza. Ciao, Renato, amico e compagno “d’un tempo, ahimè vissuto.”

Nando Donnini

(Dal volume “Renato Grilli – Passioni e ragioni di un riformista emiliano – Testimonianze e ricordi“, a cura di Antonia Coppola Grilli, “Memoria viva /di un sognatore concreto /operoso costruttore di città /ovunque la politica sua passione / lo ponesse / questo libro su Renato Grilli /è stampato nel carattere Simoncini Garamond /su carta Arcoprint delle cartiere Fedrigoni /della tipografia SAGI /di Reggio Emilia /per conto di Diabasis /nel febbraio /dell’anno duemila /sette”.)


Per ulteriori approfondimenti:
http://it.paperblog.com/storia-e-memoria-592-531053/
http://www.twimc.it/?p=10384


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