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Cara Daria (3,8 stelle) - Ho provato quasi subito empatia per daria Bignardi leggendo questo suo primo romanzo.
Probabilmente, seppur con moltissime differenze di storia e di famiglia, mi sono sentita accomunata a lei per il rapporto di amore conflittuale madre-figlia.
Il romanzo è più che altro un diario di ricordi personali dell’autrice, un rimettere in fila parenti, amici e animali coi conseguenti sentimenti della propria vita, quindi nulla di particolarmente originale. Tuttavia il modo di scrivere della Bignardi è molto “facile” e piacevole, la storia scorre bene. Ci si affeziona a questa autrice/giornalista/conduttrice televisiva dall’apparenza un po’ freddina e scostante, che nasconde anche dolcezza e che ha saputo amare perfino i lati negativi materni ed ha tentato di evitare gli stessi errori nella sua nuova famiglia.
Mi è piaciuto il modo in cui è riuscita a parlare dei suoi genitori, senza mitizzarli e mettendone in evidenza pregi e difetti, ha saputo far trasparire il bene che ha provato per loro, ha saputo accettarli per quello che erano e voler loro bene in modo incondizionato ma senza paraocchi.
E questa affettuosa accettazione, se non è facile spesso per un genitore, lo è ancor meno per un figlio, credo io.
Alla fine è riuscita pure a farmi pungere le lacrime agli occhi, non per l’eccezionalità di ciò che ha scritto, bensì per la normalità, la verità, la semplicità di sentimenti comuni a molti di noi.
Citazioni:
“Perché nessuno mai ti dice, quando sei ragazzino, che anche se la mamma rotea gli occhi e urla come una pazza non è veramente pazza e non lo diventerà mai, e nemmeno tu diventerai pazzo come lei. Per anni ho avuto il terrore che mia madre potesse perdere la ragione, e io con lei. Ora so che una madre stressata e nervosa può ululare e ringhiare e dare sberle ma non per questo impazzirà.
Ma quante angosce di meno, se lo avessi capito prima.”
“Tempo fa mi avevano colpito le parole di una scrittrice: diceva che sua madre era morta da cinque anni e lei non aveva ancora smesso di litigarci. Avevo immaginato che sarebbe stato così anche per me, invece, senza una ragione precisa, circa un anno prima che la mamma morisse mi è cambiato qualcosa dentro, ho sentito che era arrivato il momento di accettarla com'era, e di proteggerla.”
“Ma l'amore è amore. È quando non c'è più che capisci quanto ti manca, anche se è faticoso da sopportare.”
Non vi lascerò orfani di Daria Bignardi
Creato il 30 novembre 2013 da Monica Spicciani @monicaspiccianiPossono interessarti anche questi articoli :
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