Non vi piacciono i Club Dogo? Chissenefrega

Creato il 06 luglio 2012 da Cannibal Kid
Condividi Club Dogo “Noi siamo il club” Genere: it-hip-hop Provenienza: Milano, Italia Se ti piace ascolta anche: Marracash, Ensi, Entics, Emis Killa, Dargen D’Amico, J-Ax
I Club Dogo non sono dei rapper, sono dei selvaggi, capaci di uscite romantiche come questa:
Pensavo fosse amore e invece era MDMA”.
Anche se non sembra, anche loro però hanno un cuore che batte (a un ritmo hip-hop da 80BPM al minuto, naturalmente) e a conferma di questa azzardata tesi hanno appena fatto uscire un pezzo di beneficenza in favore dei terremotati d’Emilia intitolato “Se il mondo fosse”, in collaborazione con J-Ax, Marracash ed Emis Killa. Il tutto fatto senza buonismi di sorta alla LigaJovaPelù. Ed è proprio questo il punto di forza di ciò che fanno. A parte una parte musicale particolarmente curata, in questo album ancor più che nei precedenti il loro punto di forza sta nelle parole, letteratura di strada nuda e cruda. Cattiva, ma quasi mai gratuitamente cattiva. Se si guarda al di là dei termini più hip-hoppari yo yo fratello tipo “Dicono Dio Gìo Dio Mio Vai Zio, Dio Gìo Dio Mio Vai Zio” o certe sparate gangsta-rap sui soldi o meglio sul ca$h, i loro testi sono piccole perle di ingenio creativo. Qualcuno potrà accusarli di essersi fatti via via più commerciali: “Siete diventati troppo commerciali, bro!” e in effetti vari pezzi virano parecchio verso il pop, però a livello di rime e testi non hanno smussato alcun angolo e il loro nuovo disco è disseminato di idee e di riferimenti di tutti i tipi. In “Erba del diavolo” ad esempio c’è una rima dedicata a Game of Thrones, visto il loro nome decisamente inevitabile:
La mia lingua è peggio di tutte le spade dentro al trono, La Furia dei Club Dogo ha la furia di Khal Drogo.
E c’è pure una rima dedicata a me. Forse…
Non metto una rosa tra i denti, sul petto una rosa dei venti, figlio di Annibale, il flow cannibale, tu pagami gli alimenti.
Nella parte chiamiamola “emotiva” dell’album, i Club Dogo giocano invece a fare gli Eminem all’italiana. “Tutto ciò che ho”, scritta come una lettera da parte dei fan, è la loro “Stan”, mentre “Se non mi trovi” è alla lontana la loro “Love the Way You Lie”. Il pezzo cult dell’album, oltre al contagioso primo singolo “Chissenefrega (in discoteca)”, è però senza dubbio “P.E.S.” con il ritornello cantato da Giuliano Palma, un irresistibile inno al videogame per eccellenza sul calcio Pro Evolution Soccer. E pure un vago inno al fumo…
Nell’insieme, tra un’ospitata e l’altra, c’è qualche momento più debole e facilmente commerciale (“La fine del mondo” con i Power “Rangers” Francers), ma tutto sommato niente che possa far gridare allo scandalo. I Club Dogo non si sono venduti. Certo, ora sono più accessibili rispetto a un tempo, passano in radio e pure in discoteca. Però chissenefrega? (voto 6,5/10)


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