Qualche tempo fa la foto del nonno, in partenza per la guerra di Corea, pubblicata dal nipote su un social network è diventata virale e, in breve tempo, molti hanno iniziato a cercare e a pubblicare gli scatti di giovani militari in partenza per il fronte (di questa o di quella guerra).
Si tratta di foto quasi “ufficiali”, con divise tirate a lucido e sorrisi un po’ di circostanza, foto scattate spesso per lasciare un ricordo ai familiari o alla fidanzata che restava a casa, in attesa del ritorno, foto malinconicamente simili a quelle che ritraggono i nostri soldati, prima di partire per la Grande Guerra, ripresi a figura intera, in divisa, con l’aria virilmente assorta e seria e lo sguardo che guarda lontano.
Sono andata a rovistare tra le centinaia di foto, ormai d’epoca, della mia famiglia, ma non ce ne sono che ritraggano mio padre prima della partenza: la famiglia di mio padre era abbastanza povera e numerosa e sicuramente non si “sprecavano” i pochi soldi da un fotografo.
Ho trovato però le immagini scattate in Libia, prima che mio padre venisse catturato dagli inglesi e sbattuto in Sudafrica, immagini presumibilmente riprese da qualche commilitone, immagini non “ufficiali”, in nessun modo animate da spirito virilmente bellicoso, immagini che, se non fosse per la divisa (decisamente inadeguata peraltro), potrebbero sembrare il ricordo di una scampagnata: mio padre è quasi sempre sorridente, con il sorriso un po’ incosciente dei vent’anni, appoggiato ad una palma, o seduto su di una bomba, lontano mille miglia dallo spirito militaresco che infiammava quegli anni.
Guardo il ragazzino che era e mi sento piena di nostalgia.