Per la maggioranza si tratta di un affaticamento “felice”: amiamo i nostri nipoti e ci sentiamo gratificati dalla loro vicinanza. I figli/genitori ne sono, salvo casi particolari, ben contenti e -mi consento la dietrologia- portati a enfatizzare la nostra soddisfazione. Guardate per esempio cosa ha scritto proprio ieri Graziella, su http://www.bebeblog.it/
Ho visto compassati signori tra i 70 e i 75 anni gettarsi per terra e farsi scalare dai nipotini. Ho visto donne con reumatismi sollevare bambini come piume. Ho visto padri severissimi che non permettevano ai figli di alzarsi da tavola finché il piatto non era pulito, dire della nipotina: “Lasciala stare, poverina. Non ha fame, non forzarla”. Ho visto stimati professionisti correre come cavalli e nitrire. Divertente, e in effetti se ne vedono.
Non così dinamici i genitori: di sera io e il padre siamo due stracci, mentre i nonni, per quanto stanchi, scodinzolano felici saltellando per stare con la nipote. E quando, volentieri, gliela lasciano, sono convinti di compiere un’opera meritoria: li facciamo abbondantemente sfogare, questi giovani attempati. Un rapido passaggio di consegne, che consiste nel dire “Tieni, questa è la sua valigia”, e molliamo l’elisir di lunga vita ai nonni.
Perché i nipoti allungano la vita dei nonni, ma (conclude onestamente Graziella) i nonni allungano quella dei genitori.
È proprio vero che star dietro ai nipoti ci allunga la vita? Faccio un giro in rete, dovo trovo studi e pareri molto più prudenziali. Questo articolo dal titolo eloquente (corriere.it/2014/04/14/accudire-i-nipoti-fa-star-bene-ma-con-moderazione/), dopo aver descritto i molti compiti che i nonni di necessità svolgono, nel Belpaese così carente di supporti per l’infanzia, recita:
Si parla spesso delle conseguenze positive o negative per i bambini, ma poco si parla delle conseguenze sui nonni: fa bene alla loro salute? Uno studio australiano da poco pubblicato su Menopause conclude che accudire i nipoti quando si ha una certa età fa bene, aiuta a mantenersi in forma e allenare la memoria contrastando l’insorgere di forme di demenza come l’Alzheimer, ma occorre farlo con moderazione. L’ideale è una volta a settimana, perché chi lo fa per cinque giorni o più risulta affaticato e le sue performance in fatto di memoria e rapidità di processi mentali sono decisamente ridotte.
La conclusione, care nonne, è ovviamente quella condotta ragionevole tante volte esaminata anche qui: non sopravvalutare le forze e rendersi disponibili senza eccessi.
Nonni (troppo?) impegnati
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