Questa volta però i servizi sono incentrati su un tema più terra terra: il sostegno economico che gli avi pensionati forniscono ai discendenti. Non solo mediante paghette e regalie ai nipoti grandicelli, ma accollandosi alcune delle spese -fisse e/o occasionali- che i loro figli con famiglia non ce la fanno a sostenere. Ho ascoltato proprio oggi le interviste a due nonnine: una pagava addirittura la TASI e l’altra contribuiva con 200€ mensili (su mille di pensione) al menage filiale.
Il giornalista commentava questo “rovesciamento” del welfare: la norma è sempre stata che fossero le nuove generazione a prestare aiuto alle precedenti. Ora tocca ai vecchi sostenere i giovani. Naturalmente
Una delle conseguenze della crisi è nota: il decremento demografico. Non pochi anziani avranno infatti pensato, ascoltando i nonni benefici: “Almeno hanno la gioia di averli, i nipoti!” Tante coppie infatti non se la sentono, nell’avvilimento della precarietà, di mettere al mondo dei figli.
Gli economisti sostengono che andrebbero incoraggiati a farlo con prevedibili incentivi: tutela del posto di lavoro per le donne, asili nido, assegni pro figlio, sgravi fiscali ecc. E’ infatti dimostrato che, oltre all’importanza di investire in scuola e cultura (anche qui un pianto amaro per noi!), mantenere stabile la popolazione è fondamentale perchè un paese riprenda quota.
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