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Nonostante tutto … forti rialzi a New York Prima gli indi...

Da Pukos
Nonostante tutto … forti rialzi a New York Prima gli indi...

Nonostante tutto … forti rialzi a New York

Prima gli indici Usa sono saliti “fiduciosi”, poi dopo l’annuncio delle decisioni del Fomc, sono crollati, quindi si sono impennati terminando sui massimi.

Queste sedute allontanano le persone dai mercati finanziari, quando manca la logica si alimentano i dubbi e quanto si è visto oggi a Wall Street ha lasciato molti operatori perlomeno perplessi.

L’unica cosa che mi conforta è l’avervi “messi in guardia” nei confronti di una volatilità estremamente anomala, quindi spero che molti di voi non siano caduti nel “tranello”, termine che nella fattispecie mi sembra corretto.

Facciamo una breve cronistoria di quanto accaduto, partendo dalle attese. Sapevamo tutti che oggi la Fed non avrebbe alzato i tassi, questo era sicuro, quindi tutto si giocava sulle possibilità che l’aumento potesse concretizzarsi a dicembre o fosse rinviato al prossimo anno.

Ovviamente il mercato avrebbe risposto positivamente in caso di rinvio e negativamente in caso contrario. Ebbene nonostante la decisione di lasciar fermi i tassi in questo mese sia stata presa a larghissima maggioranza (9 a 1) , la possibilità di un aumento a dicembre è molto più di una eventualità.

Conoscendo la proverbiale prudenza nei toni dei comunicati della Fed, i termini utilizzati questa volta sembrano proprio perentori “Nel determinare se sarà appropriato alzare i tassi alla prossima riunione, il FOMC esaminerà i progressi – sia fatti che attesi – verso i suoi obiettivi di piena occupazione e di un’inflazione del 2%”.

E’ chiaro che si sta parlando degli “obiettivi”, quindi non ci sono dubbi, possiamo così “tradurre” la frase della Fed in questo modo “se la situazione a dicembre migliorerà ancora rispetto a quella attuale il rialzo dei tassi sarà una conseguenza naturale”.

Ed infatti tutti i siti internet titolano “possibile rialzo dei tassi a dicembre” ed il mercato conferma in pieno questa lettura, infatti scende, non precipita, ma perde i guadagni che stava realizzando, insomma reazione logica, poi …

Dopo circa un quarto d’ora assistiamo ad un rimbalzo, ma si dimostra effimero ed anche questa reazione è comprensibile, tuttavia quando è trascorsa poco più di mezz’ora riparte un recupero che nessuno ferma, a questo punto la mancanza di logica lascia molti perplessi.

Trovare una giustificazione è difficile, e lo è ancor più quando il recupero porta gli indici a guadagnare ben più di un punto percentuale, si fa davvero fatica a trovare una giustificazione.

C’è quindi chi ipotizza che la Fed intenda aumentare i tassi solo in presenza della “piena occupazione ed un tasso di inflazione che si avvicina al 2%”, ma sono condizioni che non si verificheranno mai!!! Un conto è porsi degli obiettivi ed inserirsi su quella strada, un altro è centrarli in pieno, cosa che può avvenire solo con un miracolo.

Insomma se tutti avevano riportato correttamente la motivazione del calo iniziale dei listini azionari, poi si sono trovati in imbarazzo nel dover spiegare l’eccezionale rimbalzo.

Ma c’è ancora di più, se le aspettative per i mercati azionari sono cambiati radicalmente dopo trentacinque minuti dalla pubblicazione delle decisioni del FOMC, la stessa cosa non è accaduta sul mercato valutario e delle commodities.

Il dollaro, infatti, si è subito fortemente apprezzato nei confronti dell’euro, il cross è crollato sotto quota 1,10 in pochissimi minuti, e così è accaduto per il prezzo dell’oro, passato da 1.179 a 1.153 dollari per oncia, ed in entrambi i casi non sono seguiti rimbalzi apprezzabili.

Insomma è solo il mercato azionario che prima crolla e poi rimbalza, per tutto il resto la reazione alle decisioni del FOMC sono univoche.

Qualcuno, per giustificare i guadagni fatti registrare al fixing da parte degli indici a stelle e strisce,  arriva ad affermare che se il rialzo dei tassi si sta avvicinando allora significa che l’economia sta correndo spedita, ma anche questa giustificazione è estremamente debole, non spiega infatti il perché dell’iniziale crollo.

Tutto ciò, quindi, non contribuisce a rendere più trasparente il mercato e le polemiche sull’ipotesi di “manovre” speculative non si placano.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro   


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