North American Summit: Obama ospita Calderon e Harper per parlare di “border security”, investimenti e indipendenza energetica. A margine: il Canada preme affinche’ la UE importi greggio dalle Tar Sands di Alberta

Creato il 04 aprile 2012 da Wally26

Si e’ svolto alla Casa Bianca il North American Summit (C-Span) cui hanno partecipato Stati Uniti, Canada e Messico. Questi i temi affrontati: lotta integrata al narcotraffico, sicurezza delle rispettive frontiere per scongiurare infiltrazioni di terroristi,  revisione di policy e legislazioni nazionali regolanti il commercio delle merci per favorire gli scambi e creare posti di lavoro, soluzioni e risposte integrate in caso di pandemie e disastri naturali e indipendenza energetica. In breve,  si va avanti con la controversa piattaforma commerciale NAFTA, un progetto di economia globalizzata che avrebbe il merito di abbattere i costi di produzione e distribuzione, favorire la sicurezza nazionale e assicurare il mutuo soccorso in caso di attacchi terroristici o eventi estremi come le sopra citate pandemie o disastri naturali, ma allo stesso tempo incrementerebbe la disoccupazione e l’inquinamento ambientale, corrodendo al contempo le sovranita’ nazionali e quindi i diritti dei cittadini.

Durante il question time Obama ha dichiarato che il TPP e’ “una priorita’ per il suo Governo“, sottolineando poi i forti legami “culturali” ed economici che legano gli Stati Uniti al Messico, un “partner essenziale per gli Stati Uniti”. “Questo legame”, ha poi concluso, “non subira’ modifiche nemmeno in caso di sconfitta elettorale propria o del presidente Calderon” poiche’ si tratta di un piano strategico bipartisan.

Geopolitica e sicurezza energetica: il Keystone XL pipeline

(Nella foto: estrazione di sabbie bituminose in Alberta, Canada)

Fatto singolare, non si e’ fatta menzione del controverso progetto  Keystone XL pipeline, osteggiato dall’amministrazione Obama e dagli ambientalisti per le nefaste ricadute che avrebbe sull’ambiente e ritenuto pero’ necessario sia dai Repubblicani che dal premier canadese Harper. La costruzione di questo imponente oleodotto che consentirebbe il trasporto di greggio dalle Tar Sands di Alberta, Canada, (vedi il mio post: sabbie bituminose e dintorni) alle raffinerie americane  garantirebbe una indipendenza ancora maggiore dal petrolio mediorientale: “Once permitted and completed, the Keystone Gulf Coast Expansion project will supply roughly half the amount of oil the U.S. currently imports from the Middle East or Venezuela.

In particolare il senatore John Hoeven del Nord Dakota ha piu’ volte ribadito l’importanza strategica di questo progetto avvertendo che la Cina ad esempio, sempre piu’ assetata di petrolio, ha appena firmato un contratto col governo canadese per importare greggio da Alberta, che i costi di approvvigionamento energetico sono quindi destinati a salire sempre piu’ e per questo e’ impellente modificare questo trend  servendosi del progetto Keystone XL,  grazie al quale si abbatteranno i costi di importazione e i costi di distribuzione generando una serie di ricadute positive sull’economia statunitense;

Nel frattempo il Canada ha proposto anche all’Europa di importare greggio dalle Tar Sands: “Il Canada è uno dei primi Paesi produttori di petrolio da sabbie bituminose – un’industria estrattiva ad altissimo impatto ambientale – e ha già minacciato ritorsioni se l’Ue dovesse penalizzare questo tipo di greggio. «Abbiamo avuto un dialogo continuo e costruttivo con le autorità canadesi. Non si tratta di un bando alle importazioni», ha aggiunto Ladron, «ma inviamo un messaggio ai produttori di carburanti fossili per il futuro», legato alla valutazione delle emissioni di gas serra dei vari prodotti. «Ci aspettiamo che il Consiglio Ue prenda una decisione su queste norme entro giugno», ha concluso il portavoce.” (Articolo completo sul Corriere della Sera: “Ue non decide se il greggio da sabbie bituminose è «più inquinante“)

Al meeting si e’ parlato anche di un altro controverso progetto, il Trans-Pacific Partnership Free Trade Agreement (TPP), un patto di free trade zone che include attualmente  Stati Uniti, Chile, Vietnam, Australia, Peru, Singapore, Malaysia, New Zealand e Brunei e potrebbe allargarsi anche al Canada, che sembra interessato e allo stesso Messico.

Ricapitolando: la domanda di petrolio salira’ sempre piu’ e con essa i costi di approvvigionamento. Questo trend potra’ avere delle ricadute geopolitiche pericolose per la stabilita’ economica e politica mondiale. Per arginare l’espansionismo cinese e i ricatti russi, mediorientali e sudamericani che spesso usano le proprie risorse energetiche come mezzo di persuasione politica, Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Messico in primis, si stanno unendo per creare una vasta zona commerciale e politica interdipendente e slegata dalle pressioni dei suddetti paesi. Fare cio’ avra’ un costo in termini ambientali, ma potrebbe garantirebbe  maggiore stabilita’ politica. Per questo motivo il Canada sta facendo pressione su Stati Uniti, Messico ed Europa affinche’ approvino le importazioni di greggio dai suoi depositi in Alberta e non si vedano costretti ad esportare verso la Cina.


Filed under: Cina, Economia, Energia, Globalizzazione, Politica Americana, Politica Internazionale Tagged: North American Summit


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