Il protagonista è Toru, un ragazzo di vent'anni, il cui migliore amico si è suicidato quando ne aveva diciassette, che si ritrova a frequentare Naoko, fidanzata di questo suo migliore amico, che ancora non si è ripresa da quello che è successo. Per questo, decide di andare in un centro di recupero, sperduto tra le montagne. I due continuano con la loro vita, scrivendosi ogni tanto. Lui si considera impegnato, e così anche si dichiara a Midori, una ragazza che frequenta un suo stesso corso all'Università, e con cui inizia a stringere un forte legame. Midori è un maschiaccio, sboccata, diretta, un po’ volgare, con sulle spalle una situazione famigliare dolorosa. Il protagonista si ritrova quindi combattuto tra queste due ragazze, innamorato di entrambe anche se in modo diverso. Finché una delle due, senza saperlo, decide per lui.
La sensazione di trovarsi di fronte a un libro troppo tragico è sempre molto forte, anche dopo averci riflettuto su qualche ora. Una tragicità esagerata, che ho trovato anche non necessaria, se devo essere sincera, e che secondo me è ancor più esagerata se si pensa che i protagonisti hanno poco più di vent'anni. Non so, magari in Giappone è tutto più frenetico, più riflessivo e questo mal di vivere tra i ragazzi di quell'età è più normale e diffuso che qui. Però, leggendolo, ho provato un po’ di fastidio.Così come mi ha infastidito quella certa volgarità dilagante, forse inserita per rendere ancora più netta la distinzione tra Naoko e Midori, le due ragazze tra cui il protagonista si ritrova in qualche modo a dover scegliere. Mi è sembrato un espediente per tener alta l’attenzione del lettore e non lasciare che si perdesse o si stufasse delle insicurezze e della fragilità emotiva dei veri protagonisti (oppure un modo per sottolinearla maggiormente, forse…).Murakami scrive sicuramente molto bene e credevo che avrei avuto maggiori difficoltà ad andare avanti con la lettura. Invece ho letto questo libro d’un fiato, in poco tempo e con molta curiosità, senza intoppi. E ci sono sicuramente dei momenti davvero molto poetici all'interno di tutto il romanzo (le descrizioni del protagonista che legge, la sua passione per i libri, la scena all'ospedale). Però, boh? Mi aspettavo qualcosa di diverso. Sarà anche che non sono una grande amante dell’eccessiva tragicità, che non credo che per parlare del male di vivere dei ventenni (male di vivere che in modo più o meno forte ha colpito e colpisce un po’ tutti) si debba per forza parlare di suicidi, malattie e sesso. O almeno non in questo modo.
Non lo so, anche adesso che ho messo nero su bianco i miei pensieri non riesco ancora a dare un giudizio definitivo su questo romanzo. “Mi è piaciuto, però…”. “Non mi è piaciuto, anche se…”. E’ raro che mi ritrovi di fronte a un’indecisione così totale di fronte a un libro. Forse ha bisogno di decantare ancora un po’ nella mia mente. Forse ho bisogno di leggere qualcos'altro di questo autore per poter dare un giudizio anche su questo libro (che pare essere, tra l’altro, diverso da tutti gli altri, meno surreale e onirico e più legato alla realtà… quindi il tasso di suicidi in Giappone tra i ventenni deve essere altissimo).Al momento, per quanto scorrevole e scritto benissimo, non sono sicura che ne consiglierei la lettura.
Titolo: Norwegian WoodAutore: Haurki MurakamiTraduttore: Giorgio AmitranoPagine: 399Anno di pubblicazione: 2006Editore: EinaudiISBN: 978-8806183158Prezzo di copertina: 12,00€Acquista su Amazon:formato brossura: Norwegian wood. Tokyo bluesformato ebook: Norwegian Wood