STELLA MARINA.
Quando abbiamo parlato di austerità, di un privilegio da dare ai consumi sociali rispetto ai consumi privati distorti, qualcuno ha pensato a una pura manovra economica; altri hanno gridato allo scandalo di una vita ”povera”; altri ancora ne hanno parlato come di un tradimento di classe. Nossignori; proprio in questa capacità nuova di indicare un modo nuovo di esistere, di consumare, di vivere insieme, sta il recupero di una piena autonomia anche culturale rispetto ad altre classi: di qui passa, non domani ma oggi, la possibilità di dare sbocchi positivi alla ricerca d’uguaglianza delle masse femminili e giovanili, che nella loro grande maggioranza non chiedono paritaria fruizione dell’esistente; ma chiedono nuovo in tutto: nei rapporti umani, negli spazi di solidarietà, nelle possibilità di cooperare in modo creativo alla costruzione dell’oggi e del domani. Anche di qui passa la saldatura fra ”risanamento” e ”rinnovamento” del Paese che implica appunto mutamento delle cose e delle coscienze. (Ricordo da un racconto di Tirella).
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C ‘ E’
Dio c’è, sopra i muri ha scritto una mano.
Senti che avvertimento! Lo sappiamo
che c’è. ‘O sapìmmo! C’è! Non bestemmiamo.
Egli è ubicumque: vicino e lontano.
Ma se lo cerchi al Rione Traiano,
ma se lo cerchi per dentro lo stramo
di quella vermicaglia o appeso al ramo
dell’albero sì demo e no cristiano;
ma se lo cerchi negli occhioni a vòngola
de sti belli macrò formicolanti
nei pii bordelli della Santafè;
ma se lo cerchi dove il Gava gòngola
entro le banche infiorate pei santi
della finanza, allora Dio non c’è.
-Eduardo De Filippo-