Trama: La serie ricalca abbastanza fedelmente il romanzo di De Amicis. Torino, fine XiX secolo. Enrico Bottini, scolaro di terza elementare appartenente alla piccola-media borghesia (il padre è giornalista) racconta sul suo diario gli episodi relativi ai successivi due anni di scuola, dall’inizio della terza con l’incontro con il nuovo maestro Perboni fino al conseguimento del diploma finale e la successiva partenza dalla città. Gli episodi avranno come protagonisti Enrico e i suoi compagni di scuola (Garrone, buono d’animo, Derossi, il secchione, Franti, il discolo, ecc…).
Ci sono libri che al giorno d’oggi eviterei di far leggere ad un ragazzino. Quelli che una volta si chiamavano romanzi di formazione, come Cuore di De Amicis, rischierebbero o di scatenare l’incredulità del giovane lettore di fronte a gesti che una volta denotavano particolari virtù oggi desuete come l’onestà e l’altruismo, o peggio, potrebbero dare vita ad un disadattato con le spiacevoli conseguenze. Nei primi anni ’80 noi bambini alle vicende di Enrico o della piccola vedetta lombarda credavamo eccome. Nei nostri grembuilini verde acqua tutti uguali seduti al banco cercavamocon lo sguardo tra i nostri compagni chi potesse essere il nostro Derossi o il nostro Franti sicuri che se ci fossimo impegnati nella vita alla fine saremmo stati premiati. Con il senno di poi a distanza di un paio di decenni posso affermare che era meglio che me la fossi presa un po’ più comoda e anziché fare del mio meglio mi fossi dedicato a cercare anch’io quell scorciatoie che vanno tanto di moda al giorno d’oggi.