#nostalgiaportamivia: le 10 cose degli anni ‘90 che ci mancano di più

Da Strawberry @SabyFrag

Che il trend “nostalgia canaglia” avesse conquistato tutti lo sappiamo già da tempo. Cinema, serie tv, moda, musica… siamo circondati da prodotti che rilanciano tendenze in voga almeno due decadi fa e che accogliamo tutti come entusiasmo. Sarà che il mondo di oggi ci appare più brutto, sarà che è tutto una crisi delle (poche) certezze che ancora avevamo, sarà che a crescere negli anni ‘80 si rimane traumatizzati e se non l’hai vissuto non puoi capire, sta di fatto che sempre più volgiamo lo sguardo verso il passato in cerca di ispirazione o, più semplicemente, di consolazione.

Il marketing nostalgico resuscita cose che credevamo (con grande dispiacere) morte e sepolte, con l’aiuto anche dei social media, che alimentano l’entusiasmo generale facendo la ola tra tweet, like, e hashtag. L’ultimo eclatante caso è stato quello del Winner Taco, il cui ritorno è stato annunciato da Algida attraverso la loro pagina Facebook, giustificando la decisione, in un atto di ruffianeria che più esplicito non si può, come risposta alla vera e propria sollevazione popolare che si è mossa sul social a favore di questo ritorno. E mentre su “faccia di libro” le varie pagine dai titoli più vari come “W gli anni ‘90”, “Quelli che negli anni ‘90…” “Noi nati negli anni ‘80/’90” se le stanno dando di sana pianta per ribadire la paternità di tale idea, noi non possiamo che considerare l’intera faccenda come un Epic Win(ner).

Insomma gente, c’è tanta voglia di anni ‘90 in giro. L’hanno capito persino quelli di Microsoft, i quali per rilanciare Internet Explorer realizzano un spot destinato a tutti coloro che erano bambini negli anni ‘90 e sui loro bei computeroni avevano il browser di Microsoft come unica opzione per navigare su internet. Internet Explorer era Internet, c’è poco da fare. Ma i tempi sono cambiati e allora ecco scendere in campo floppy disk, modem 56k, yo-yo, marsupi, walkman e tutti quegli oggetti la cui sola visione provoca istantanea la lacrimuccia e la voglia di tornare a quando la nostra preoccupazione maggiore era non perdersi una puntata di Sailor Moon (non mi viene in mente il parallelo maschile, credo Dragon Ball ma non sono sicura, ditemelo voi!) o a quando Dylan e Brenda erano “la coppia” e quella gatta morta di Kelly poteva solo rosicare (vabeh, miei follower di sesso maschile, qua siete capitati male, abbiate pazienza).

Forse non ti ricordi di noi, ma ci siamo conosciuti negli anni ’90.
[...]Sei cresciuto. E così abbiamo fatto noi.

Ce la farà Internet Explorer a convincere noi ragazzi degli anni’90 a tornare a usare il “Browser”? Chi lo sa, però un applauso ve lo meritate perché lo spot è stupendo.

In una tale atmosfera da revival era difficile resistere alla tentazione di non aprire la scatola dei ricordi. E da quel che è saltato fuori ho realizzato che qualcosa da salvare di questi anni ‘90 c’è eccome.

LE 10 COSE DEGLI ANNI ‘90 CHE CI MANCANO DI PIÙ

1. Il Dolce Forno

Il Sacro Graal di tutti i giochi desiderati dalle bambine di quegli anni. L’ho sognato per anni, sperando che Babbo Natale decidesse di fare meno lo str**** e leggesse finalmente le mie letterine. La pubblicità di allora prometteva grandi quantità di tortine e dolcetti da sfornare con cui sfamare reggimenti interi. Io, in realtà, ero più incline a una cucina “sperimentale”, diciamo, tipo del pongo che esplode nel forno o strani intrugli che Walter White di Breaking Bad avrebbe dovuto prendere appunti. Ok, dopotutto è stato un bene che i miei parents non me l’abbiano mai regalato.

2. Il Soldino

Il motivo principale per cui mangiavamo questa merendina del Mulino Bianco non era la merendina in sé, tutto sommato nella norma, quanto per il piacere puro che solo l’attesa ti dona di conservare per ultimo il dischetto di cioccolato, il soldino appunto, in cima alla merenda. Godurioso.

3. Le figurine Panini

Ho avuto l’album delle figurine di qualsiasi cosa, da quello scontatissimo di Barbie e Sailor Moon, a quello delle Tartarughe Ninja, di Aladdin, La Bella e la Bestia e chi più ne ha più ne metta. Con le mie amiche tentai persino di finire l’album dedicato al film Titanic perché eravamo tutte innamorate di Leo. E se qualcuno si stupisce mi venga concesso di fare il punto: era il 1998, ero alle medie e a quell’epoca avere 12/13 anni non significava ancora sculettare in giro, inoltre il fenomeno Titanic/Di Caprio in termini di fan aveva dimensioni inimmaginabili e il fatto che ora Leo sia un grandissimo attore riscatta di poco la cotta al di fuori di ogni logica che avevamo in quegli anni. Che tempi.

(perché un cigno, perché? I misteri degli anni ‘90…)

So che gli album di figurine esistono ancora, ma l’impatto che hanno ora sulle vite dei bambini non è paragonabile a quello che hanno avuto sulle nostre, quando la loro magia stava tutta in una parola, che in realtà erano due ma che avevano finito per fondersi insieme e creare una sorta di formula capare di rendere magica ogni nostra ricreazione: “celocelomanca”. Gli scambi di doppioni hanno segnato le future carriere di molti più fanciulli di quanto ci si possa credere. Ah, quelle bustine che si compravano in edicola, mamma mi ricompensava addirittura con 5 pacchetti al ritorno dai colloqui con le maestre (sempre stata brava a scuola…elementare) e io li scartavo come se all’interno ci fosse la chiave della felicità. In fondo a ben pensarci, c’era davvero.

4. Piccoli Brividi

Io da piccola ero una fifona ma pur di non farmi prendere in giro dagli amici ne comprai un paio. Non erano male. E all’epoca era impossibile non averli. Colorati, con i titoli in rilievo e lucidi, soddisfacevano il desiderio di ogni ragazzino di spiare da sotto le coperte se quell’ombra è davvero la lampada sulla nostra scrivania o il braccio di un mostro, senza avere troppi effetti collaterali. E poi li leggevano tutti, anche chi non apriva mai libri. Capito signori editori?

5. Il Crystal Ball

Con Crystal Ball ci puoi giocare… e tante cose puoi inventare”. In fondo era un gioco semplice. Soffiavi dentro una cannuccia e ottenevi tanti palloncini colorati fatti di quella sostanza che permetteva di attaccarli l’uno all’altro e dare libero sfogo alla propria fantasia. Io e mia sorella lo avevamo rosso e blu; io adoravo il rosso (ma va?) e l’antipatica non mi ci faceva mai giocare!

6. Le Dr Martens e lo stile grunge

Al momento sono in piena fase revival e io ne sono felicissima, perché le adoravo. Non so quante ore ho speso per convincere mia madre a comprarmi le Dr Martens, alla fine l’ho presa per sfinimento e una volta ottenute le ho indossate sempre e ovunque, mancava poco ci andassi anche a letto! Erano da qualche anno missing, ma quest’autunno eccole ritornare in gran spolvero.

 

Big comeback anche per lo stile grunge, ovviamente rivisitato ma a me piaceva tanto anche sulle ragazze di quegli anni, unico stile che si salvava in quella debacle che è la moda anni ‘90. Let’s grunge!

7. La Tata

Insieme a Friends e Willy il principe di Bel Air, La Tata è la sitcom anni ‘90. Lo scorso novembre la serie ha compiuto vent’anni e il suo status di cult è innegabile. Partita nel 1993, la serie è andava avanti per ben sei stagioni fino al 1999, realizzando 146 irresistibili episodi. In Italia il telefilm arriva nel 1995, dove Fran Fine, ragazza americana di famiglia ebraica, diventa Francesca Cacace, una ciociara di Frosinone che vive con gli zii Assunta e Antonio (nella versione originale sono i genitori mentre zia Yetta  altri non era che la nonna!). L’idea di stravolgere completamente personaggi e dialoghi doveva servire a favorire l’affezione del pubblico al personaggio, rendendolo più vicino alla loro realtà, da cui la cultura delle famiglie ebraiche in America si distaccava troppo. Nonostante i ribaltamenti, l’adattamento italiano a opera di Massimo Corizza e Guido Leoni si è rivelato un’operazione di grade successo, che ha conquistato il pubblico e ha permesso a The Nanny (questo il titolo originale) di diventare uno dei telefilm più amati dagli italiani. Tata Francesca è uno dei miei miti personali, oltre il sintomo palese che la mia dipendenza da serie tv ha radici profonde, e sfido chiunque a rivedere una puntata oggi e a non riderne ancora. Io non resisto: anche se vedo Niles fare uno dei suoi scherzi a C.C. Babcock per la centesima volta, io mi rotolo dalle risate. Meno male che esistono le repliche!

8. Puzzle Bobble

Ok, alzi la mano chi non ha perso ore, gettoni e tutta la pazienza del mondo davanti a questo videogame. Era ed è uno dei miei punti deboli. Ricordo ancora le mie estati al lido, quando ero abbastanza grande da non accontentarmi più di secchiello e palette: bagno in mare, ad asciugarmi un po’ al sole con un libro e poi di corsa al bar del lido dove bisognava fare la fila per giocare. E quando arrivava il tuo turno, un ber respiro e via! I primi livelli erano di una facilità imbarazzate, ma poi il muro di palline si faceva sempre più basso e pieno di colori e ci volevano le migliori tecniche, agilità e un occhio attento a individuare la giusta angolazione per inserire quella dannata pallina bianca proprio in quell’angolo lì, tra la rossa e la gialla, per far esplodere tutto e vincere il livello. E se ci riuscivi ti sentivi da dio.

9. Oasis e Nirvana

In Inghilterra ho assistito a scene indimenticabili di inglesi ubriachi del weekend che cantavano Wonderwall a squarciagola e la voce smorzata dalla commozione. E come dar loro torto: Wonderwall, brano del 1994, è ancora capace di darti i brividi e non ha perso un grammo della sua bellezza. Il pezzo più rappresentativo degli Oasis e il video più famoso degli anni ‘90. Nel 2009 la band si scioglie definitivamente: la loro musica mi ha accompagnato per tutta l’adolescenza e oltre, ma (What's the Story) Morning Glory? avrà sempre un fascino speciale per me, per essere uno degli album più belli degli anni ‘90, così come quell’atmosfera brit-pop con cui sono cresciuta e che non mi ha più abbandonato.

Ai Nirvana ci sono arrivata solo verso la fine degli anni ‘90. Eppure li avevo in mente come un sottofondo costante della mia vita da bambina, se ci penso ci sono sempre, li ascoltavano quelli più grandi e probabilmente questo mi ha inevitabilmente condotto a cercarli quando sono diventata più grande e ho affinato un po’ i miei gusti musicali. Kurt Cobain si toglie la vita nel 1994 a 27 anni, i Nirvana si sciolgono, Dave Grohl fonda i Foo Fighters, ma la musica dei Nirvana resterà non solo a segnare una decade ma anche una tappa importante della storia della musica internazionale, il cui valore il prossimo 10 aprile verrà finalmente riconosciuto con l’inserimento della banda nella Rock and Roll Hall of Fame. Aprile è anche il mese in cui decorrono i vent’anni dalla morte del leader dei Nirvana e dal 20 febbraio 2014, data della sua nascita, la figura di Cobain sarà celebrata ogni anno a Aberdeen, la città natale del cantane, con il “Kurt Cobain Day” che prevede concerti, incontri e spettacoli. Un segno inequivocabile di quanto la sua figura sia ormai leggendaria.

10. Daria e Dawson’s Creek

Quando MTV non era ancora un covo di mamme teenager e tamarri senza vergogna, l’emittente produceva e mandava in onda cose interessanti. Tra queste c’era di sicuro Daria, nato nel 1997 come spin-off di Beavis and Butt-head, che però a me non piaceva. Daria invece si, e tanto anche. Adoravo il suo sarcasmo, il suo essere outsider che le permetteva di dire le cose così come stavano, persino il suo lato estremamente cinico... sarcasmo e misantropia suonano cosi 90s, vero? La storia di Daria ripercorreva tutte le imbarazzanti fasi dell’adolescenza ed è per questo, forse, che ormai il suo è un vero e proprio personaggio di culto. La serie termina nel 2002, primi anni del nuovo millennio, una fase di transizione che segna la fine di tutti gli strascichi degli anni ‘90.

Nel 2003 finisce anche Dawson’s Creek, una serie che ha segnato la mia generazione come poche altre. Ancora me lo ricordo il primo episodio, con Joey e Dawson nella stanza di lui, lei che esce dalla finestra, i poster di Steven Spielberg, l’adorabile fanfarone Pacey, il mio personaggio preferito di sempre, la bad girl Jen e tutti gli altri venuti dopo. A dir la verità, mi mancano soprattutto le prime stagioni, in quel di Capeside. Quando i ragazzi vanno all’università tutto era già diventato un gran minestrone e solo il mio sentimentalismo nei confronti dei personaggi mi ha spinto a vederlo fino alla fine. Quando ci cresci con una serie, è dura guardarla in modo oggettivo. E Dawson’s Creek rimarrà sempre nel mio cuore non solo come serie in sé ma per tutto quello che gli ruotava attorno: i pomeriggi con le amiche, i commenti a scuola il giorno dopo sull’episodio visto la sera prima, i dibattiti infiniti se era meglio Dawson o Pacey o addirittura Jack e tanto altro ancora… la sua conclusione è stata davvero la fine di un’era.

Gli anni ‘90 hanno segnato la mia infanzia e adolescenza. E a guardarli da qui, mi sembrano improvvisamente meno terribili di quello che ricordavo.

Certo, non tutto quello che abbiamo visto in quegli anni merita un ritorno. Piuttosto una lobotomia. Quindi, per sdrammatizzare un po’ il tono malinconico del post e contestare apertamente il trend del momento che riporta in auge certi orrori, ecco una lista delle cose anni ‘90 che non ci mancano affatto:

  • le collanine strangolatrici: quelle tipo collare, che sembrava volessi strozzarti da sola
  • i codini o mini chignon: 4 o 5 obbligatori. Li portava Gwen Stefani quando cantava nei No Doubt e ultimamente ci ha provato Miley Cirus a riportarli in auge. Ehm no.
  • le mollettine a forma di farfalla: in genere tutte quelle mollettine colorate che tutte si mettevano tra i capelli… imbarazzanti!  
  • Il bomber: lo odiavo. E hanno avuto anche il coraggio di farlo tornare!
  • lo zainetto: se non avevi uno zainetto eri out! Da usare sempre, in qualsiasi occasione, con qualsiasi dress code. Quando guardo certe foto, piango.  
  • la riga al centro: oddio orribile!
  • I ciucciotti: erano dappertutto, ne avevamo le tasche piene (e non solo quelle)!
  • I pantaloni a vita alta… anzi ascellare!
  • Le treccine… il disagio
  • Gli occhiali dalle lenti colorate, altro mistero a cui non troveremo mai riposta

E voi? Quali sono le cose che vi mancano di più degli anni ‘90? E quelle che vi mancano meno o per niente?

     

Ecco Dawson s’è commosso pure lui… adoro questa gif! #oldbutgold


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :