Not in my name

Da Loredana V. @lorysmart

Ieri,  come in altre città italiane,  si è svolta la manifestazione dei musulmani  residenti nel nostro paese contro il terrorismo. 

Con ciò si sarebbe intesa anche una presa di posizione contro gli islamici che hanno effettuato gli attentati a Parigi,  con il loro tragico epilogo. Chiaro?Qui parlo solo di Bolzano, che è la mia realtà.  In Alto Adige risiedono 14milamusulmani.  Non so quanti esattamente vivano nel capoluogo: facciamo il 25%, ossia 3.500, perché nei piccoli centri di montagna è improbabile che ce ne siano, almeno di quelli “regolari”. 

Quanti credete che siano scesi in piazza a “protestare “? Già il 10% sarebbe stato un numero discreto. Invece no. Poco più di una cinquantina, la maggior parte donne e bambini

e qualche uomo, cui si sono aggiunti i soliti sfigati sventolatori di bandiere arcobaleno. 


Ciliegina sulla torta. 

Su alcuni cartelli che c’era scritto?“NOT IN MY NAME.  STOP THE WAR”


E su altri:“NOT IN MY NAME BOMBARDING SYRIA “.

Naturalmente con le false foto relative a morti dello scorso anno. 


La guerra?  ma la manifestazione non era contro il terrorismo? 

Capito? 

Questi sono i musulmani “moderati”.

A questi non interessano i morti di Parigi,  ma solo i bombardamenti in Siria. Nessuna chiara presa di posizione e dissociazione dal terrorismo;  nessuna menzione delle vittime.  

Qualcuno ha detto che erano pochi coraggiosi, perché gli altri avevano paura delle ritorsioni dei loro correligionari.Nulla di più falso, perché la manifestazione a carattere nazionale era stata promossa dagli imam e dall’UCOII.

Questa,  senza chiamarla “falsità “, posso denominarla come “Ambiguità “.


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