Magazine Poesie

NOTA CRITICA a: IL BURATTINAIO di Mariele Rosina, La Vita Felice Ed.

Da Lindapinta

 

Il burattinaio di Mariele Rosina, La Vita Felice Editore, 2014

   di Ninnj Di Stefano Busà

Un libro di racconti tramato sul filo dell’amore, un amore che vibra tra le pagine e pone interrogativi e incognite, s’inserisce tra le pieghe dei personaggi, ne coniuga i pensieri, in atmosfere a volte difficili, fosche, come lo possono essere quelli dei tempi bellici o postbellici, in cui si svolgono le scene, nei quali due partigiani assumono dentro di loro il segno della libertà, che è libertà di coscienza, azione imperturbabile e avvertita come episodio salvifico non solo dei protagonisti, ma dai loro salvatori, di quelli che compongono il loro entourage e mettono in pericolo la loro vita per salvarli.

Vi è il passato e il presente che s’intrecciano, che coesistono in un memoriale di distensione “a posteriori”, per collegare quel filo sottile che resta avviluppato tra le sfumature, i legami dei passato dei suoi personaggi che lo compongono e ne tessono una trama sottile, che quasi vi fa da sfondo, senza mai pregiudicare: i gesti, le parole, le forme di vita, la comunione di ideali che unisce talvolta le anime affini. Vi s’intrecciano ricordi, tradizioni, pudori, sentimenti che rappresentano l’amore in tutte le sue varianti.

Vi si trova disteso come un raggio di sole che attende il momento di mostrarsi, un tentativo di legare fino all’ultimo i protagonisti delle vicende, che dalla loro privata necessità trovano la forza di raccontarsi, di mostrarsi in tutta la loro storia personale. Un libro che attira l’attenzione del lettore per il suo stile piano e rilassato, anche nelle circostanze più sfavorevoli, anche quando tuonano le bombe, e i siluri della contraerea solcano i cieli. Vi s’innestano comparazioni, suggestioni e speranze che hanno in loro la certezza del pudore di una volta.

La trama è fitta di avvenimenti che trascinano chi legge lungo le strade impervie di un passato remoto ma recente sulla pelle di ognuno, che non ha metabolizzato incursioni aeree, bombardamenti e rifugi bellici. Vi si evince un messaggio: resistere, essere abbastanza forti da superare gli eventi e gli accadimenti. E l’amore conta in quel tragico epilogo di distruzione e morte; l’amore è l’unica forza alla quale si aggrappa l’umanità fino all’ultimo anelito, l’unica speranza, la più grande, seppure talvolta idealizzata e viziata, da troppi condizionamenti, veti, disperazioni e solitudini della tragedia umana. Un bel libro tutto sommato che sa trasmettere la forza del coraggio e la saggezza di rischiare per una causa giusta: la libertà, l’amore, la dedizione ad un ideale fraterno o amicale che sono valori aggiuntivi nella scala dell’esistente.


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