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Nota di lettura di Alessandro Assiri a Le conseguenze della musica di Francesca Del Moro – Cicorivolta Edizioni, 2014

Creato il 13 gennaio 2015 da Wsf

Leconseguenzerid

Quando la parola è fisica si sentono i suoni, gli stessi meccanismi, gli stessi passaggi siano essi acustici o linguistici: la trasmissione di un segnale da un emittente a un ricevente.
Sembra facile detta così, ma non è mica vero, perché poi certa musica bisogna averla dentro, così come certi rumori,certi battiti, certi brusii… perché tutto è corpo-suono, nell’ultimo lavoro di Francesca Del Moro edito per i tipi di Cicorivolta, anche quando “passa il calore da un corpo all’altro”se ne sente il fruscio, anche quando c’è sguardo se ne sente il pensiero.


Con tutto questo “le conseguenze della musica”non è un testo per la voce, ma un’opera che si consegna ad un’oralità interiore, non c’è mai grido nemmeno quando una rabbia affiora. Francesca non urla, neanche quando forse sarebbe necessario alzare i toni per chiamare da una lontananza, perché le assenze si chiamano forte e lo scrivere diventa l’atto di incidere sul corpo tutte le carenze.
Scrivere è un impegno che si prende e Francesca lo sa bene anche quando non si fida delle parole a cui si affida “sono una sovversiva da social network” sembrerebbe quasi un’affermazione generazionale, ma chiude in sè molto di più raccoglie infatti la consapevolezza che quando gli ideali si perdono è perchè non ci attraggono più le cause e questo amplifica l’amarezza come sentimento presente in tutto il dipanarsi del testo.
E per tornare da dove siamo partiti il rumore che si sente quando questo buon testo si chiude è quello di un mondo inospitale che possiamo solo cercare di abbellire con il vino e coi vinili, arredare con i suoni col sapore di qualcosa con gli affetti sicuri, con altri tentativi, ma senza scordarsi mai che poesia somiglia a chi la scrive.

di Alessandro Assiri

Alcuni testi tratti dalla silloge:

*

Quello che il mio corpo
non ti può fare
lo troverai tra le mie parole,
lo faranno i miei occhi tesi
e il mio sorriso paziente.
Hai così tutto tu
e io così nulla.
Nonn  si può non si può,
cosa ti sei messa in testa,
penserai, ma perìnsarti
rallenta il corso
della notte breve,
è la lama di luce
del mattino che scortica,
è l’ultimo appiglio d’aria
per chi decide di volare
subito prima che cada.

***

Per anni
ho vissuto, tagliato,
cucito, ricamato
questo amore
e ho pulito, levigato,
dipinto, infilato
le parole.
Quando verrai,
avrò tutto indosso,
ti splenderò davanti
e tu non potrai
non guardarmi.

***

Il viso cade sul finestrino
vinto dalla stanchezza.
I pensieri si confondono
e scappa sempre nella testa
qualche parola che ti rivolgo.
Eravamo così tristi, insieme,
da cosa veniva allora
tutta quella pienezza,
quel sogno,
e la certezza
che avremmo avuto un senso,
nella letteratura, nella vita,
che avremmo lasciato qualcosa di bello.


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