«Il desiderio d’una vedova è tanto vivo quanto quello d’una fanciulla o d’una donna felicemente sposata, se non di più, scioccona». Così rispondeva energicamente dona Norma. Un nuovo matrimonio non è per niente un insulto all’onore del defunto; qualsiasi donna può onorare la memoria del marito morto, e al tempo stesso essere felice con un secondo marito. Specialmente lei, dona Flor, il cui primo matrimonio era stato così fuori del comune, e non sempre lieto, per non dir peggio. Conversazione lunga e benefica fra le due amiche quella, da sola a sola, in un’intimità fatta di vero affetto; due sorelle non avrebbero potuto intendersi meglio. Dona Flor finalmente convinta. Può darsi che nel suo intimo già lo fosse da prima, durante la sua dura lotta con se stessa; mai tuttavia l’avrebbe confessato, se dona Norma non le avesse strappato di dosso i veli del pregiudizio, di quel falso lutto corrottosi in desiderio.
Dona Flor e i suoi due mariti di Jorge Amado