Nothing Personal di Urszula Antoniak

Creato il 15 dicembre 2010 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Nothing Personal racconta la storia di Anne (Lotte Verbeek), una donna che vuole lasciarsi il passato alle spalle. Il motivo non ci è manifestato, ma la vediamo abbandonare la sua terra e le sue radici olandesi, partendo alla volta dell’Irlanda, decisa a condurre una vita vagabonda e solitaria, percorrendo a piedi e con lo zaino in spalla gli austeri e sconfinati paesaggi del Connemara. Paesaggi densi di spiritualità che finiscono per comunicare con Anne, portandola a riflettere e ritrovare se stessa.

Durante il suo percorso, un giorno da un pendio, nota una casa isolata e decide di andare a visitarla. Non ci trova nessuno ma finisce per entrare ugualmente, spinta da un’intensa curiosità, o forse dalla mancanza di contatto con la vita reale e civile. Nei giorni successivi si avvicina ancora alla casa e  conosce  Martin (il più famoso attore irlandese Stephen Ray), il quale, vedovo ormai da anni, vive solo, lontano dalle relazioni umane. Martin chiede ad Anne di lavorare per lui in cambio di cibo e alloggio. Lei accetta ma a una condizione: nessuno dei due farà domande all’altro. Gradualmente la loro relazione crescerà e il loro accordo verrà più volte messo in discussione. I due inizieranno a indagare sull’altro, a provare emozioni, creando un rapporto unico, a volte ironico, sensuale e bizzarro.

La regista Urszula Antoniak esplora in maniera singolare il tema della solitudine: lo fa analizzando la relazione tra i due protagonisti che vivono questo stato in modo differente; Anne se l’è auto imposta per difendersi da un passato da reprimere; Martin invece la sceglie per non affrontare più la crudezza della vita, e chiudersi in se stesso (“Il talento sa quando fermarsi”).

Nothing Personal è un film che scava nell’interiorità di due personaggi, i quali, pur indossando delle maschere per nascondere la loro essenza all’esterno, si ritrovano ad aprirsi all’altro e, alla fine, a esporsi, fino a innamorarsi.

Nothing Personal, film dell’esordiente al cinema, Urszula Antoniak, di origine polacca e residente nei Paesi Bassi, ha conquistato sei premi a Locarno e quattro Vitelli d’oro (premi del cinema olandese), tra cui quello del miglior film. Buono a livello registico, con inquadrature interessanti, due attori intensi e una musica vigorosa di Ethan Rose, soprattutto in termini di atmosfera. Una musica che rispecchia l’intenzione della regista di rappresentare il silenzio in termini drammatici.

Valentina Calabrese


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