Io scorro la rubrica del mio cellulare, i miei contatti email e sui social network e pongo un limite unico di prima e di dopo. Ho in mente una persona e poi un'altra come appartenenti alla stessa era "geologica" della mia vita, vicine tra di loro come se avessero condiviso il banco di scuola, e invece scopro che non sanno neanche della reciproca esistenza e che devono scendere per tutti i "sei gradi di separazione" prima di incontrarsi. Poi, invece, due nomi che non assocerei mai tra loro sono irretiti in un qualche "improbabile" legame affettivo o parentale.
Non esiste una data terrena per diventare uomini. Ma, a un certo punto, la vita e le rughe hanno più senso. Potrei percorrerle tutte, già adesso, con la lentezza con cui cammino nel freddo di un inverno assolato e indimenticabile, per villa Trabia. C'è anche quel pomeriggio, quel giorno di qualche giorno fa, quella luce bassa, gentile e dorata, a segnare il prima e il dopo di una pace, di uno spazio fuori dal mondo, di un big bang esistenziale, dopo il quale essere un uomo.