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Notiziario di Democratic Nutrition - 20/02/2013: tradizione mediterranea, barrette energetiche, pap test, abitudini, uova e diabete, latte e Parkinson, fatica e ginseng

Da Democratic Nutrition @DemoNutrition
LE PICCOLE COSE DA NON DIMENTICARE: TRADIZIONE MEDITERRANEA
Interessarsi di Nutrizione e scoprire cosa voglia dire mangiare in modo sano può portare ad allontanarsi in modo a dir poco radicale dalle abitudini della proprià società, ma per una volta vorremmo ricordare uno di quegli alimenti "classici" della cucina italiana che invece il suo merito ce l'ha: il.... sugo al pomodoro!
Alimento tutt'altro che da sottovalutare per la sua importanza salutistica, che attraverso il licopene (e in particolare l'aumentato assorbimento permesso dal fatto di essere in sugo: http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=881228 e scaldata: http://scielo.isciii.es/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0212-16112012000500025&lng=en&nrm=iso&tlng=en) potrebbe contribuire a proteggere almeno da due tipi di tumore: quello gastrico (allo stomaco) e quello alla prostata.
http://www.medical-hypotheses.com/article/S0306-9877%2813%2900011-X/abstract
https://www.jstage.jst.go.jp/article/jnsv/59/3/59_213/_article

BARRETTE ENERGETICHE

Abbiamo risposto ad alcune domande sulla dieta per atleti vegetariani nell'ultimo numero della rivista "Funny Vegan", che uscirà il prossimo mese: http://www.funnyvegan.com/
Uno dei cibi che che ci siamo sentiti di consigliare agli sportivi sono le barrette energetiche, dato che oggiogiorno se ne possono trovare di decisamente sane, a patto che:
- Gli ingredienti siano quasi esclusivamente frutta disidrata e frutta a guscio
- Non abbiano o limitino al massimo qualsiasi dolcificante aggiunto
In questo modo si avranno dei veri concentrati non solo di calorie, ma soprattutto di micro-nutrienti e fito-composti, che hanno portato dei ricercatori della "Universidad Nacional de Colombia" a scrivere in una loro rassegna (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24188234): "Dato l'ampio range di fattori bio-attivi nella frutta fresca che sono conservati nelle barrette a base di frutta, è plausibile che il loro consumo abbia un effetto positivo nel ridurre il rischio di molte malattie".
Tra i marchi disponibili in Italia che conosciamo ci sono Allos, LifeFood, Lubs e Rapunzel, ma ovviamente chi ci legge è liberissimo di segnalarne altri! Cercando tra questi marchi se ne trovano anche in versione crudista (e quindi senza amidi, per chi ne avesse bisogno).

FRUTTA E PAP TEST

Nel "Ludwig-McGill Cohort Study", condotto in Brasile, il consumo due frutti particolarmente ricchi in vitamine antiossidanti è stato associato sia con una minore persistenza del virus HPV che con un minor rischio di neoplasia intraepiteliale cervicale, ossia quelle lesioni che precedono il tumore della cervice...
.. stiamo parlano delle ben note arance, e delle più tropicali papaye!
Vanno benissimo i PAP test in un'ottica di "diagnosi precoce", ma assicurarsi di inserire questi frutti nella propria dieta settimanale potrebbe aiutare in un'altra ottica: quella della "prevenzione" vera e propria
(Dobbiamo ammettere, però, che noi stessi non siamo grandi amanti delle papaye. Conosciamo alcune ricette per renderle più appettibili, ma siamo apertissimi ai suggerimenti dei nostri lettori!)
www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3691953
http://jid.oxfordjournals.org/content/188/10/1508.long


ABITUDINI: QUANTO TEMPO CI VUOLE PER CAMBIARE UN ASPETTO DI SE’ STESSI?
On-line, si legge spesso che per formare un’abitudine, ossia per acquisire un automatismo inconscio (mangiare in modo più sano, fare esercizio fisico, praticare la meditazione etc) ci vogliano 21 giorni consecutivi. E’ davvero così?
Purtroppo, la ricerca esistente suggerisce che questa sia un’enorme sottostima, e che per arrivare a creare degli automatismi siano necessari mediamente oltre 60 giorni, per quanto ci siano delle ovvie variazioni individuali (in un range tra 18 e 254 giorni), ed è quindi a questo obbiettivo che si dovrebbe puntare: almeno 2 mesi… non poche settimane!
La Perseveranza è quindi fondamentale, ma ci sono molti mezzi per aumentare la probabilità che arriveremo alla fine del percorso, e prossiamente vorremmo dedicare qualche post anche a questo argomento. E’ inutile sapere COSA fare se non si trovano i mezzi per implementarlo nella propria vita.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/ejsp.674/abstract;jsessionid=02E03D5FCFE8057856C106E928EC9DD1.f02t02
http://www.spring.org.uk/2009/09/how-long-to-form-a-habit.php
UOVA E DIABETE

Dopo il post su latte e morbo di Parkinson, parliamo ancora di un cibo animale che in un'ottica di salute è probabilmente preferibile limitare: le uova.
Ecco una meta-analisi su 16 studi di popolazione presso la University of North Carolina: per quanto le uova non predispongano la popolazione generale alle malattie cardiovascolari (contrariamente a quanto si pensava negli scorsi decenni), possono comunque aumentare il rischio di contrarre il diabete mellito di tipo 2, oltre a favorire la morte per problematiche cardiache proprio tra quelle persone che già soffrono di diabete: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23676423
Da notare anche il rischio di tumore al colon, di cui avevamo accennato in un nostro breve articolo: http://democratinutrition.blogspot.it/2013/03/miti-e-realta-sulle-uova-proviamo-fare.html

LATTE E MORBO DI PARKINSON

Nel "Cancer Prevention Study II - Nutrition Cohort", uno studio americano su oltre 120.000 persone, il consumo del latte di mucca è stato associato (soprattutto tra gli uomini) con l'incidenza del morbo di Parkinson, e questo compatibilmente con tutti i precedenti studi di popolazione che hanno indagato su questo tema, nonchè con un'altra indagine più recente dall'Europa (l'EPIC-Greece, con 26.000 partecipanti).
Possibili spiegazioni?
- La tipica contaminzione del latte con pesticidi neuro-tossici
- Un abbassamento dei livelli serici di acido urico (un neuro-protettore) mediato dalla principale proteina del latte (caseina), e quindi del tutto indipendente dalla scelta di un latte biologico o meno.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2232901/
http://link.springer.com/article/10.1007%2Fs10654-013-9786-y/fulltext.html


FATICA E GINSENG
Qualche giorno fa abbiamo citato l’uso del ginseng per rimediare alla fatica cronica associata alla sclerosi multipla. Ma esistono vari tipi di ginseng, e non sono tutti uguali…
Infatti, in uno studio precedente, quello di tipo “americano” (Panax quinguefolius) non aveva sortito cambiamenti significativi (http://msj.sagepub.com/content/17/12/1523.abstract), mentre è stato quello “coreano” (Panax ginseng) a dimostrarsi di aiuto: http://informahealthcare.com/doi/abs/10.3109/00207454.2013.764499

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