Qualcosa, nei lettori più distaccati, lo aveva fatto sospettare fin dall’alba di quel lunedì 27 dicembre, quando Libero si presentò in edicola con uno strano editoriale del direttore Maurizio Belpietro dall’ambiguo titolo “Su Gianfranco iniziano a girare strane storie…”.
Girano strane voci a proposito di Fini. Non so se abbiano fondamento, se si tratti di invenzioni oppure, peggio, di trappole per trarci in inganno. Se mi limito a riferirle è perché alcune persone di cui ho accertato identità e professione si sono rivolte a me assicurandomi la veridicità di quanto raccontato e, in alcuni casi, dicendosi addirittura pronte a testimoniare di fronte alle autorità competenti. Toccherà quindi ad altri accertare i fatti.
Addentrandosi nel pezzo, poi, si sarebbe scoperto come il direttore responsabile del quotidiano milanese intendesse informare i lettori su un presunto progetto di attentato al presidente della Camera (orchestrato da non meglio specificati mandanti pugliesi, della zona di Andria, ma orchestrato in modo tale da far ricadere la colpa su ambienti vicini a Silvio Berlusconi, e dunque indirettamente per dare l’idea che il premier fosse una sorta di “mandante morale” dell’operazione criminale) e sulla presunta frequentazione occasionale di Gianfranco Fini con una escort di Modena (più avanti rivelatasi invece originaria di Reggio Emilia, ndK).
La circostanza, unita all’assoluta mancanza di prove o quantomeno indizi – se si escludono le rivelazioni stesse da parte delle fonti del giornalista, già allora evidentemente impossibili da verificare se l’articolo è stato pubblicato con tutte quelle formule dubitative -, al tempo aveva ovviamente scatenato un tourbillon di reazioni politiche e non solo: dall’inevitabile querela da parte dello stesso Fini alle accuse degli esponenti di Futuro e Libertà, che per rimandare il veleno al mittente tirarono nuovamente in mezzo i dubbi relativi a un altro strano “attentato”, quello che pochi mesi prima vide nei panni della presunta vittima proprio Maurizio Belpietro. Fatto sta che, in quanto indiscrezione di dominio ormai pubblico, nell’occasione la procura di Bari aprì un’inchiesta convocando l’autore del pezzo e altri testimoni per fare piena luce sulla vicenda.