Notorious- L’amante perduta (Notorious, 1946)

Creato il 14 luglio 2015 da Af68 @AntonioFalcone1

Miami, Florida, 24 aprile 1946, ore 15:20, Corte Distrettuale: John Huberman, tedesco stabilitosi in America, viene riconosciuto come spia nazista, colpevole di tradimento nei confronti degli Stati Uniti, e condannato a 20 anni di reclusione. La figlia Alicia (Ingrid Bergman, Elena nell’edizione italiana) respinge l’assalto dei giornalisti ed allontana subitamente il malumore conducendo una vita alquanto libertina, dedita ad alcool, spensierate compagnie maschili e liete festicciole. Durante una di queste conosce Devlin (Cary Grant), uomo misterioso e affascinante. L’attrazione, reciproca, s’insinua pian piano fra i due: una bevuta insieme, un adrenalinico giro in auto, fino al dopo sbornia rivelatore, il mattino seguente: Devlin è in realtà un agente del servizio segreto americano di controspionaggio. Rammentandole attraverso alcune registrazioni la sua indole patriottica e la contrarietà manifestata nei confronti delle idee paterne, propone alla donna un incarico. I superiori di Devlin, infatti, vorrebbero affidare ad Alicia una delicata missione, riconoscendole l’abilità nel “sapere come fare amicizia con gli uomini”: avvicinare un amico del padre, il ricco industriale Alex Sebastian (Claude Rains), la cui villa in Brasile nasconde certo qualche attività a capo di un’organizzazione nazista, per scoprirne le mosse; durante il viaggio aereo verso il Sud America, intanto, Alicia apprende che il genitore è morto suicida.

Cary Grant ed Ingrid Bergman

Sebastian è stato in passato un suo spasimante, e, per quanto le avances siano state respinte, il compito non dovrebbe poi rivelarsi tanto difficile da portare a termine. La donna attende invano da Devlin, i due ormai sono amanti, un rifiuto al riguardo, ma questi fatica a dimenticare i trascorsi non propriamente limpidi di Alicia e nasconde il turbamento dietro la maschera del disprezzo, spingendola quindi tra le braccia di Alex, fino ad accettare con disinvoltura e sarcasmo l’idea del prossimo matrimonio tra i due (“Credo sia una cosa utile”). Ecco quindi Alicia divenire novella padrona di casa Sebastian, sotto gli occhi sospettosi della suocera, madame Anna (Leopoldine Konstantin).
Non tarderà molto a comprendere come l’abitazione sia teatro di inviti a cena che vedono protagonisti ambigui personaggi, intenti a mettere in atto qualcosa di losco contro gli Stati Uniti. Alcune bottiglie di vino potrebbero servire da paravento per nascondere qualche segreto: Alicia dovrà fare in modo d’impadronirsi della chiave d’accesso alla cantina che il marito porta sempre con sé e consegnarla a Devlin durante un party.
Il mistero verrà svelato, ma Alex si accorgerà dell’intrusione, intuendo il doppio gioco della moglie, e insieme alla madre ordirà un piano per farla fuori, con discrezione, così da non compromettere la delicata operazione …

Notorious a distanza di anni, si presenta come un film estremamente moderno, forse più di altre opere del geniale regista inglese Alfred Hitchcock, esemplare compendio fra stilizzazione e semplicità, fluidità narrativa e costruzione della suspense. Alla base vi è una più che solida sceneggiatura (Ben Hetch), idonea a dar vita ad una suggestiva combinazione fra spy e love story. Quest’ ultima si sostanzia in un intreccio sentimentale in fondo elementare nella sua classicità, due uomini innamorati della stessa donna, ma viene esaltato da quella che è la nota dominante dell’intero arco narrativo, ovvero l’ambiguità.
Nessuno dei tre protagonisti presenta infatti una personalità propriamente cristallina e moralmente limpida: Alicia, una Bergman forse mai così sensuale, non nasconde i suoi trascorsi “allegri”, ma attende che ad evitare un coinvolgimento “definitivo” nei confronti di Sebastian si pronunci l’uomo che realmente ama, Devlin, ben reso da Grant, qui lontano dal ruolo di fascinoso rubacuori a colpo sicuro, anzi, combattuto fra amore e dovere, lascia che le ragioni di servizio, ma in primo luogo la diffidenza verso un reale cambiamento della donna, prendano il sopravvento.

Leopoldine Konstantin, Bergman e Claude Rains

Il suo è quindi un invito aperto, appena velato da qualche rimorso, affinché Alicia entri nel letto di Alex, interpretato nell’espressione di un’elegante signorilità da Rains, cui modi da perfetto gentiluomo rappresentano comunque idoneo paravento per nascondere sinistre manovre, in particolare quando vedrà tradita la fiducia riposta nella donna che ama.
La circostanza che l’indole dei tre personaggi principali possa quindi dar luogo a diverse interpretazioni, fa sì che il suddetto tema dell’ambiguità si sviluppi su due livelli, quello figurativo delle immagini, tra allusioni ed insinuazioni, e quello più propriamente morale, con una contrapposizione, a tale ultimo riguardo, sentimento- responsabilità che porta i “buoni” ad apparire freddi e distaccati, esprimendo sprezzante sarcasmo, mentre i “cattivi” non solo hanno modi cortesi e raffinati, ma sono capaci di provare emozioni sincere, intense e palpabili, paura compresa. Non mancano forti implicazioni erotiche, per quanto accennate e sottintese, lontane da una certa morbosità propria delle opere successive di Sir Alfred, così come sono presenti tematiche edipiche, sempre intuibili più che manifeste, nel visualizzare il rapporto fra Sebastian e la madre, mente e braccio destro del figlio, la cui gelosia nei confronti di Alicia è estremamente palpabile.

Soffermandosi invece sul punto di vista essenzialmente figurativo, Notorious rappresenta, riprendendo le parole di François Truffaut, “la quintessenza di Hitchcock”, con virtuosismi registici mai fini a se stessi, funzionali nel rendere noto agli spettatori il punto di vista dei vari personaggi così come espresso in scena, offrendo inoltre risalto a determinati soggetti/oggetti sui quali si posa il loro sguardo e che siamo costretti a vedere e focalizzare in base alla personale linea di visione. Ecco il personaggio di Devlin ad inizio film inquadrato di spalle, che corrisponde alla soggettiva di Alicia, o incorniciato in un’inquadratura obliqua, ad indicare la fase del dopo sbornia della donna, mentre è sdraiata supina sul letto. O, ancora, il suo sguardo non propriamente nitido, fino a vedere nient’altro che delle ombre in luogo delle persone che le stanno realmente di fronte, nel finale del film. Notevole anche il primo piano sulla chiave della cantina poggiata su di un tavolo, dove uno “scatto” della macchina da presa in avanti ne sottolinea la localizzazione spaziale e mentale, così da sottolineare l’impatto drammatico di un particolare importante nel procedere della narrazione, tanto da divenire protagonista, siamo nella scena del ricevimento in casa Sebastian, di una vertiginosa carrellata aerea, la quale parte dal totale del salone gremito di ospiti per scendere attraverso la scala e poi stringere sul particolare della chiave nella mano di Alicia, che attende Devlin per consegnargliela.

Sempre nella sequenza del party, vi è da rimarcare un montaggio alternato da brivido, le bottiglie di champagne che vanno a diminuire mentre Alicia e Devlin sono ormai entrati in cantina; curioso poi l’impiego di una tazzina da caffè sempre più grande, così da risaltare in primo piano, evidenziando la sorte cui sta andando incontro Alicia per mano di Alex e sua madre. Un cenno, infine, alla scena che rappresenterebbe, a detta di molti e come fu subito notato all’epoca, il bacio più lungo della storia del cinema: al di là del mero dato cronometrico, la sua bellezza poggia tutta sulla maestria registica di Hitchcock e sulle splendide rese attoriali di Bergman e Grant.
Il primo “gioca” con i primi piani, a catturare ogni espressione, un po’ come fa in tutto il film, i secondi appoggiano la scelta di aggirare la censura con delle brevi interruzioni relative al contatto fisico, alternando dialoghi generici su come trascorrere la serata, con in mezzo una telefonata, e sguardi pregni di passione, oltre che gesti concreti (gli abbracci reciproci, le guance che si toccano, il giocherellare di Alicia con l’orecchio di Devlin). Notorious è un film che non si dimentica, tecnicamente sublime (da menzionare anche la fotografia di Ted Tezlaff e il valido commento sonoro, Roy Webb), idoneo a stagliare in scena con tensione drammatica ed eleganza la forte suggestione, dalla valenza simbolica, del timore proprio dell’essere umano di venire allo scoperto per quel che realmente è, come Devlin e Alicia, sempre sul punto di essere scoperti quali spie ed amanti, fino ad esprimere, poco prima del classico The End, la condizione di semplici persone, al di là di ogni copertura imposta, concedendo limpido sfogo alla libera intensità del proprio desiderio.


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