L’essere umano stesso.
E il peggior nemico della donna?
L’uomo.
In sostanza, sembra voler dire questo King.Il maschio medio(cre) che esercita la propria supremazia sulla donna con la violenza, in mancanza di strumenti genetici e culturali per affrontarla su un terreno di confronto.Non è la prima volta che il re del brivido affronta l’argomento e abbandonati per un attimo i suoi mostri racconta, in quattro racconti, storie comuni, dove la miseria umana e la sua debolezza cronica che hanno attraversato i secoli degli uomini sono protagoniste assolute.Personalmente, preferisco la precedente raccolta di racconti (Al crepuscolo) ma è semplicemente una questione di gusto personale perchè comunque il tema affrontato è interessante e più che mai d’attualità.Com’è interessante anche l’inedita traduzione del testo originale(Ed è forse la vera novità).Non siamo di fronte al lavoro del ‘solito’ Tullio Dobner ma a quello di Wu ming 1 e questa per me è stata una piacevole sorpresa tant’è che ha scatenato in me la curiosità un pò morbosa: chissà come sarebbero i romanzi di King, tradotti da WM1?Si perchè, può piacere oppure no, ma lo stile è diverso, a mio parere, significativamente diverso.A differenza di quella di Dobner, la traduzione sembra più elaborata e comprensibile, sopratutto nelle parti più caratteristiche dello scrittore, quelle difficilmente traducibili.L’atmosfera Kinghiana però, rimane intatta, ma forse qui il merito va attribuito allo scrittore.
«Questa antologia è un crescendo: inizia con un buon racconto, prosegue con un ottimo racconto, si rilassa con un buon racconto breve, culmina con un racconto vertiginosamente bello.Qui il re è a livelli altissimi».
Questo è il parere del traduttore, in quarta di copertina.Sono più o meno d’accordo anche se il mio racconto preferito è il secondo, Maxicamionista.Per il resto, buona lettura.
Fa.Ro.