Ricordo che quando ero alle medie cominciava la mia passione per un genere cinematografico col quale ho sempre avuto un rapporto decisamente ambivalente: l'horror. Da una parte amo quando riesce a scuotermi o a darmi dei brividi, dall'altra non spesso si trovano prodotti che vanno al di là dell'effetto bubusettete o che sappiano lasciarti qualcosa. Alle medie però li guardavo perché era un modo per 'sentirmi grande', perché i film col bollino rosso erano quelli che potevano vedere solo gli adulti e quindi guardandoli potevo avvicinarmi al loro lontano mondo. Era per questo che l'estate attendevo sempre Notte Horror, proiezione notturna di film dell'orrore che avrebbe potuto erudirmi su un genere che stavo andando a scoprire con calma e lentezza - Cronenberg dovette attendere le superiori. Ma quello rimaneva un mio piccolo evento privato, stavo alzato fino a tardi disobbedendo agli ordini dei miei genitori [yeah, quella era ribellione!] e mi immergevo in quelle visioni di sangue e frattaglie. Vedere che i miei colleghi blogger stanno rivangando quelle bellissime serate con una maratona in merito, mi ha riportato alla mente uno dei pochi film di quelle notti che ancora mi mancava, questo Christina's house che ho dovuto patire non poco per trovarlo. Con me oggi collabora anche il Buon Cannibal Kid con L'insaziabile... film che non ho mai visto e che inizialmente ho collegato con la sua insaziabile voglia di dir cazzate - Cannibal ti voglio bene!
Dopo che la madre è stata internata in un ospedale psichiatrico, la giovane Christina si trasferisce in una villetta insieme al possessivo padre e al fratellino rompicoglioni. Ma nell'abitazione le cose non sembrano andare per il verso giusto: la ragazza di notte sente degli strani rumori, le cose si spostano come se nulla fosse e...
Non so perché ho scelto proprio questo film. Forse perché da piccolo avevo visto la pubblicità alla tv e me l'ero perso quel fatidico martedì sera. Ricordo però ancora bene che ero rimasto vagamente impressionato dalla ragazza protagonista, tale Allison Lange, che ha esordito con questo ruolo per poi scomparire del tutto, ma per il resto nulla. Nella suddetta pubblicità non si erano risparmiati la scena che vede un bel primo piano del suo fondoschiena, cosa che mi aveva stuzzicato alla visione, e... beh, il primo piano del fondoschiena è forse l'unica cosa che merita di tutto il film. Insieme a un paio di velati nudi che mostrano uno scorcio di zinne [riproposti nella gallery qua sotto, così vi togliete il pensiero e saltate senza tanti rimorsi il film] che però non bastano di certo a risollevare un film davvero pastrocchiato. Ma se manco le tette della Johansson hanno salvato Under the skin, allora questo vuol dire tutto. Perché questo Christina's house è una schifezza, senza mezzi giri di parola, ma almeno è schifezza come solo certi horror scrausi sanno essere. Quegli horror scrausi passati insieme a certe pellicole di estrema rilevanza durante la Notte Horror, emblema di un appuntamento televisivo che nel suo essere a tratti ininfluente ha segnato la pre-adolescenza di molti. Un po' come lo strip club scadente di certi paesini di campagna, per dirla tutta. Perché l'alternativa a Notte Horror erano i porno soft di Telenuovo. Tornando al film, però, ripeto: fa abbastanza cagare. Ma almeno non lo fa troppo e lo fa al contempo abbastanza per essere ricordato per certe piccole primizie trash. In sé la pellicola sembra l'esordio fatto da due cugini abbastanza mongoloidi con la telecamera digitale regalata dal nonno a Natale e presenta certi errori di scrittura e di regia molto basilari. La storia non si evolve, i personaggi hanno una caratterizzazione che non li fa sopraelevare dalle assi del pavimento che vengono inquadrate un paio di volte e non risentono di maturazione alcuna dopo che tutti i fatti si saranno conclusi. L'unica che avrà un'evoluzione sarà proprio la biondocrinuta Cristina, che capirà che ai maschietti le tette piacciono molto e che sarà meglio che le usi se vuole perdere quella benedetta verginità - che poi, perché nei film horror tutti si vivono la verginità come un peso a sedici anni? Poi c'è una sottotrama che sfocia nel thriller senza però spaventare, senza avere un particolare crescendo e senza giocarsi bene con tempismo i suoi punti di forza, insiti in ogni storia, anche la più elementare. Perché se si vuole creare una vera e propria suspance, bisogna iniziare con qualcosa di soft e poi arrivare verso la fine col piatto forte. Un po' come i preliminari prima del sesso, per capirci. Qui invece abbiamo sempre un sospetto lanciato coi consueti mezzi elementari [sentono dei rumori che chissà da dove vengono] che non accrescono mai, ergo ci si abitua a un certo standard e quello che dovrebbe essere il delirio finale - che tenta anche un'imbarazzante analisi psicologica del [prevedibile] villain - viene servito che sa già di vecchio. E manco la regia aiuta. non c'è una direzione degli attori, la fotografia è gestita in maniera ai limiti del dilettantesco e non si riesce a fare una composizione dell'immagine decente. A parte per il primo piano del culo della Lange, ovviamente. Insomma, questo film può essere paragonato solo a una versione d'annata di Hates, solo che li la biondona protagonista era decisamente più brava e bella. Altroché se è più brava e bella...!
Voto: ★ ½Prima di me hanno partecipato anche:Il giorno degli zombie
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