Grazie a Sky Arte HD, che presenta alle 21.10 in prima tv Lo scandalo impressionista: un’accurata ricostruzione della scena artistica parigina del secondo Ottocento, condotta attraverso visite esclusive ai principali musei di Francia. A seguire ecco la serie completa di Impressionisti, documentari condotti per la BBC da Waldemar Januszczak. Si parte dall’incontro con i cosiddetti “quattro ribelli”: Claude Monet, Pierre-Auguste Renoir, Jean-Frédéric Bazille e Camille Pissarro. Teorici del cambiamento, protagonisti di quel dirompente e rivoluzionario approccio alla pittura che ha innescato la miccia di una svolta epocale.
Una volta incontrati i personaggi fondamentali si passa a conoscere il loro modus operandi. Nelle puntate dedicate ai Capolavori all’aperto e ai Ritratti di persone affrontiamo due temi cardine per l’evoluzione del linguaggio espressionista. Da un lato il concetto di pittura en plein air, capitale nel determinare un rinnovato confronto metodologico con il tema del paesaggio; dall’altro l’analisi della figura umana. Con il passaggio dalle monumentali scene di gruppo dello storicismo neoclassico alle intimità della vita borghese.
Sfilano davanti ai nostri occhi, sullo sfondo dei piovosi boulevard di Caillebotte, le timide ballerine di Edgar Degas e le seducenti “selvagge” di Paul Gauguin. Prima del gran finale, che coincide con uno sguardo gettato sulla duplice strada presa dall’Impressionismo una volta esaurita la sua primigenia spinta propulsiva. Seguendo due strade tra loro completamente divergenti: segnate dal rigore formale e scientifico del puntinismo di Seurat, ma anche dalla disperata ferocia cromatica di Van Gogh.
La curiosità – L’Impressionismo è stato il primo movimento ad accogliere e incoraggiare l’attività delle artiste: partendo da Mary Cassat e arrivando a Marie Bracquemond. Ma la strada dell’emancipazione era ancora lunga, se è vero che Berthe Morisot – la più importante pittrice del periodo – avrà esplicitata nell’epitaffio esclusivamente la sua condizione di moglie; trovando nel certificato di morte lo status di “senza lavoro”.