Notte in bianco

Da Postpopuli @PostPopuli

di Simone Provenzano

Non è raro che i pazienti riferiscano di una difficoltà nell’addormentarsi, nel riposare serenamente, nel dormire profondamente.

La notte è un universo poco conosciuto.

Dormire, per un essere umano, è fondamentale, sia fisiologicamente che psicologicamente. È abbastanza ovvio senza dover scomodare studi sperimentali sulla privazione del sonno. Chiunque di noi nella propria vita ha passato almeno una notte in bianco!

Una notte in bianco.

In questa locuzione si cela uno dei risvolti  dell’insonnia.

Questo modo di dire deriva dalla medievale investitura a cavalieri. La notte precedente i candidati venivano vestiti di bianco e accompagnati ad una cappella, nella quale rimanevano soli tutta la notte a vegliare e pregare perché tutto andasse bene, perché potessero sopportare le responsabilità del cavalierato; in pratica pregavano per essere all’altezza dei compiti che avrebbero svolto.

ANSIA.

Niente di più semplice. Come prima di un esame importante.

Questo è il risvolto dell’insonnia di cui mi occupo oggi. Quando dentro di noi sentiamo che ogni mattina, ogni nuova alba, ogni nuovo giorno è un esame importante. E non si riesce più a dormire!

La notte smette di essere momento di riposo e recupero e diventa momento d’attesa. Attesa di qualcosa che non possiamo controllare, che non possiamo gestire, che non possiamo conoscere. Il futuro.

L’attesa smette di essere neutra e diventa attesa di un dispiacere, attesa di un dolore. Così come quando ci deve essere fatta una iniezione ed iniziamo a stringere i denti e a soffrire prima ancora che l’ago ci sfiori.

La notte come una lunga attesa dell’ago e della puntura. Chi potrebbe mai dormire se sapesse che da un momento all’altro potrebbe essere infilzato da una siringa?!?

Questo è il vissuto. Non sappiamo cosa, ma stiamo aspettando che arrivi. La nostra parte razionale si sforza tutta la notte per elaborare e pianificare eventuali scenari del nuovo giorno e soluzioni diverse alle possibili nuove avversità.

La nostra testa come un macina caffè che gira ininterrottamente macinando pensieri. Un rumore di fondo che non permette il sonno.

Adesso facciamo un salto di lato col pensiero e vediamo cosa può essere la notte e come può essere vissuta.

La notte, in un antico poema indiano, viene creata per dare sollievo a Yami, sorella di Yama. Quest’ultimo purtroppo muore e la devota sorella prova un tale dolore che per darle sollievo gli dei crearono la notte in modo che lei potesse riposarsi dal dolore, dimenticarlo, anche se per poche ore.

La notte come tenero abbraccio che permette una tregua.

Non importa quanti e quali problemi vi aspettino il giorno dopo, la notte è quel momento in cui potete smettere di pensarci, è la tregua dai vostri problemi. Tranquilli, all’indomani ci saranno ancora tutti, ma perlomeno voi sarete riposati e pronti per affrontarli.

Vi lascio con una citazione di Gervaso che ho sempre trovato decisamente spassosa e che, in questo caso, è anche azzeccata:

“La notte porta consiglio. A condizione che si dorma.”

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