Notte libera

Creato il 02 ottobre 2011 da Selena
Serata libera, ogni 15 giorni riesco ad avere una notte per me. Il che, lo ammetto, anche se Er Pupone mi manca, sento dentro l'emozione come quando ero adolescente e mi permettevano di uscire la sera. Ecco, oggi ero cosí, non vedevo l'ora che arrivasse quella libertá tanto attesa, pregustando una serata solo per me.
Innanzi tutto una cena tra amici, con gente nuova, una famiglia con figlio adolescente, e la coppia di amici miei. Tra il gruppo una straniera, svizzera, che parlava con il figlio in tedesco, un marito abituato a viaggiare per lavoro, un figlio che vuol essere pilota d'aereo, e la possibilitá di parlare di quel lavoro che tanto ho amato in passato, e che sempre ricordo con piacere, quello in aereoporto. Un lavoro che se lo racconto non tutti riescono a capire, come neanche io riesco a capire certi mestieri perché anche descrivendomeli non sarei mai in grado di comprendere la vera dinamica. Ma in questo gruppo mi capivano, sapevano di ció che parlavo, e soprattutto c'era l'interesse nell'ascoltarmi. Come il mio nell'apprendere cose che non sapevo, non solo inerenti a questo settore.
Racconti di cibo, che sembra banale ma quando si viaggia o si vive all'estero ci si abitua a parlare di cibo, cosa che con gente che non ha mai viaggiato se non per turismo non si riesce a fare. Perché molti conoscenti son i classici italiani che anche all'estero continuano a mangiar italiano, e a volte, ascoltando le tiritere e le critiche della cucina italiana all'estero, mi chiedo perché vai in vacanza fuori dai confini se non puoi rinunciare neanche per una settimana al cibo che mangi da una vita.
Ma stasera si parlava di cibo del mondo, di esperiementi, di aneddoti, di storie simpatiche, di sapori strani, di ingredienti nuovi.
Dispiace ammetterlo, ma alla fine una come me, abituata a viaggiare, a vivere fuori, si trova a proprio agio solo con gente simile a me. Gente appunto che apprezza discorsi sul cibo, sugli aerei, su lavori differenti, su esperienze insolite.
La maggior parte del tempo parlo con gente che non esce dal quotidiano, che vive la sua vita di sempre e discorre delle cose di sempre. Sempre quelle.
Ma questo, appunto, é ció che sento io, loro potrebbero ben dire, a ragione anche, che io parlo sempre delle stesse cose, che son appunto cose lontane, che non hanno niente a che fare con la realtá che ci circonda in questo posto.
E allora ci son due categorie a cui si puó appartenere: coloro che stan bene come stanno, che nascono nel loro paesino e si sentono appagati a vivere nel paesino tutta la vita e mai cambierebbero orizzonte se non per le ferie, e quelli che invece il paesino gli va stretto e non possono far a meno di vivere una vita da nomade. Poi vabbé, c'è anche la categoria dell'insoddisfatto ma  disfattista che sa solo criticare ma non cambia mai niente, ma quella non m'interessa.
Ho spesso ammirato coloro che non hanno la necessitá di spostarsi, coloro che stan bene dove nascono e anzi li vedi soddisfatti di far crescere i loro figli lí, dove loro han imparato a vivere. Ma non li invidio. Li ammiro perché ai miei occhi loro non han bisogno di niente altro. Io invece ho sempre bisogno di quel qualcosa che non ho, bisogno di movimento costante, di nuovi traguardi, di progetti, di organizzare un cambiamento e portarlo a termine, di sondare e conoscere nuovi posti, di stancarmene e a malincuore lasciarli, per trovarne di nuovi. Io sono nomade dentro, con la voglia di tornare nei lughi visti e amati, ma con la curiositá di scoprirne altri interessanti.
E cosí sta serata mi ha ricaricato, mi ha fatto sentire bene, come anni fa quando in ambienti appunto "internazionali" si cenava e chiaccherava di modelli di vita sconosciuti, di esperienze comuni, che non annoiavano ma anzi ci facevano sentire parte di un gruppo piú grande, di quella parte di gente che vive cosí, lasciando tutto per trovare se stessa, pensando di aver un gran problema dentro, magari da psicanalisi, e scoprendo invece di essere assolutamente normale perché era circondata da gente con la stessa indole.
Finita la cena l'emozione continua per me, perché ho la notte libera,  perché stanotte potró dormire senza preoccuparmi dei risvegli del Pupone, che mi sembra, dopo le varie sveglie di ieri notte, abbia un'altro dente in arrivo. Sapere che posso addormentarmi un pó piú tardi del solito senza preoccuparmi che non potró recuperare il sonno perso é bello. E anche se Er Pupone mi manca, lo ammetto, mi sento come un'adolescente in libera uscita, solo che invece di pregustarmi avventure inaspettate, sono entusiasmata all'idea di una notte per me, che prevede, fra poco, d'infilarmi sotto le coperte e di dormirmela alla grande!!!