E' secondo di undici figli e la sua educazione è improntata ad un severo pietismo. Dopo studi compiuti privatamente, una precoce ed intensa presa di contatto con la letteratura, e un anno di ginnasio a Eisleben, segue corsi di giurisprudenza (in vista di una carriera in ambito forense), ma anche di filosofia a Jena, dove ha modo di seguire i corsi di Fichte e Schiller (che diverranno maestri e modelli). Minato da una salute incerta, Novalis avrà sempre l'ombra della morte addosso, conducendo una vita contrassegnata da passioni estreme e da una costante tensione "visionaria". Nel 1781, a soli nove anni, è costretto a letto da una grave malattia. L'inattività gli permette di leggere parecchio, seppur con grande sforzo. Una particolarità del suo carattere è la sua volontà di ferro. Per respirare aria migliore, si trasferisce dallo zio, di mentalità decisamente più aperta rispetto al resto della famiglia. In seguito, come detto, frequenta l'Università a Weissenfeels-Sale ma ad un certo punto decide di proseguire a Lipsia dove stringe amicizia con un'altra anima assai "romantica", Fredrich Schlegel. Il fervore giovanile porta Novalis a scrivere frequentemente: si tratta perlopiù di poesie ispirate da ragazze o di libelli indirizzati al potere politico, ma prendono anche forma sulla carta diverse suggestioni di ordine filosofico. Ad oggi il suo pensiero filosofico é contenuto soprattutto in una raccolta di "Frammenti", rimasti per molto tempo inediti. Nel 1793 Novalis vorrebbe intraprendere la carriera militare, ma la famiglia osteggia questa scelta, soprattutto per motivi di tipo economico. Avrebbe dovuto iscriversi prima all'Accademia, istituto assai costoso. Come ripiego si trasferisce a Tennstedt, dove nel novembre assume l'incarico di attuario alle dipendenze dell'amministratore distrettuale, August Just. Durante un viaggio di lavoro a Gruningen incontra la famiglia Rockentien e s'innamora della figliastra, la dodicenne Sophie Van Kuhn. Come dirà lui stesso: "furono quindici minuti che cambiarono la mia vita". Il 15 marzo 1795 si fidanza con la ragazza. In un ricevimento a casa del professor Niethammer, a Jena, conosce altri due sommi del pensiero e della poesia, rispettivamente il filosofo Johann Fichte e il tormentato Holderlin, anche se questo sarà di fatto il loro unico incontro. Con Fichte la collaborazione si fa intensa, tanto che ne diventa allievo, intraprendendo fra l'altro gli studi sulla dottrina della scienza sviluppata dal filosofo. E' il 1796. Sophie improvvisamente si ammala. La situazione si presenta subito grave e viene sottoposta a tre interventi chirurgici. Un anno dopo, l'amata fidanzata spira. La morte della giovane segna una svolta decisiva nella vita del poeta, lasciando una ferita profonda che non si rimarginerà più. Tuttavia Novalis trova ancora la forza per studiare e approfondire il suo pensiero. Sotto l'influsso degli scritti di Böhme, Zinzendorf e Schleiermacher, diventa l'esponente più celebre del primo romanticismo tedesco. Novalis vuole con la sua poesia "romanticizzare" il mondo, attravverso un'ottica completamente diversa da quella illuminista, cercando cioè di scorgere nel particolare un valore universale e, viceversa, riconoscendo che l'universale si esprime sempre nel particolare. Ma per "romanticizzare" la realtà comune occorre guardarla con gli occhi della fantasia e dell'intuizione, più che con quelli della ragione, tanto idolatrata nel periodo illuministico. La poesia viene intesa da Novalis nel suo significato etimologico di creazione (dal verbo greco "poies", fare): essa produce realtà, anzi è la realtà vera, il prodotto dello spirito: "La poesia é il reale, é la realtà assoluta. Questo é il nocciolo della mia filosofia". La poesia é dunque vera conoscenza e vera scienza. La filosofia stessa si riduce a poesia. Infatti Novalis riprende la dottrina della scienza fichtiana, interpretando però l'Io non come semplice soggetto trascendentale, ma come una fonte infinita di pensiero e di realtà. A Novalis dobbiamo una delle più celebri definizioni di Romanticismo: "Quando conferiamo al comune un senso più elevato, all'ordinario un aspetto misterioso, al noto la dignità dell'ignoto, al finito un'apparenza infinita allora io lo romanticizzo". Il 14 febbraio 1796 Novalis subisce un altro colpo atroce del destino: muore il fratello Erasmus. Dal 18 del mese, per dare uno sfogo al fiume in pena che era la sua anima, incomincia un diario che si protrae fino al 6 luglio. Si rifugia nello studio (poesia, fisica, politica), e decide d'iscriversi all'Accademia mineraria di Freiberg. Inizia lo studio sull'opera di critica dell'arte dell'olandese Hemsterhuis, ed incontra per la prima volta Caroline e August Schlegel insieme a Friedrich Schelling. Nel 1798 a Freiberg entra in contatto con Abraham Werner (noto studioso di minerali), intensificando lo studio sulle scienze naturali. Conosce poi Julia von Charpentier, figlia del consigliere dell'Amministrazione mineraria. Nel febbraio 1798 invia ad August il manoscritto delle annotazioni varie con il titolo "Bluthenstaub"("Pollini") che viene pubblicato in aprile sul primo numero dell'Athenaum con lo pseudonimo di Novalis (designazione latina di un possesso della famiglia). Segue la raccolta di brevi poesie ed epigrammi "Blumen" ("Fiori") e la raccolta di riflessioni politico-filosofiche "Glauben und Liebe" ("Fede e amore"). Insieme ad August parte per Jena per incontrarsi con Goethe e Schiller e nel corso dell'anno, con August e Schelling visita spesso la Galleria d'Arte di Dresda, rimanendo entusiasta di alcune opere. A luglio si trasferisce a Teplitz per una cura, ed immerso nel paesaggio e nella tranquillità della zona, Novalis trova l'ispirazione per centocinque frammenti dedicati all'universo femminile, alla religione cattolica e alla vita quotidiana. Tornato a Freiberg nell'agosto incomincia a comporre "Gli studi sulle scienze naturali" ed il "Brogliaccio generale" nella prospettiva di realizzare un'enciclopedia di scienze naturali, matematiche, fisiche, filosofiche. Inizia la stesura del romanzo "I discepoli di Sais". Nessuno di questi studi verrà pubblicato mentre è in vita. Nel 1799 svolge l'incarico in pianta stabile nell'amministrazione delle miniere della Sassonia. A Jena conosce Ludwig Tieck, che diverrà suo profondo amico nonché curatore e divulgatore delle sue opere dopo la sua morte. In questo periodo compone i primi "Canti spirituali", il saggio "La cristianità o l'Europa", presentando queste opere a Tieck, i fratelli Schlegel, Schelling, William Ritter a Jena, tra l'11 e il 14 novembre in un convegno non programmato. Alla fine dell'anno incomincia il romanzo "Heinrich von Ofterdingen" (in cui il protagonista incarna il modello del sognatore romantico e in cui lo spirito poetico prevale di gran lunga sulla considerazione razionale della realtà), e viene nominato assessore alle saline come ricompensa per la sua serietà e per l'impegno dimostrato. Nel 1800 conclude la redazione degli "Inni alla notte" e li invia a Fredrich Schlegel, che li revisiona e li pubblica ad agosto nell'ultimo numero dell'"Athenaum". Negli "Inni alla notte" (1800), l'opera senz'altro più completa di Novalis, lo spazio notturno é il regno del sogno e della fantasia, intesi come indispensabili veicoli verso l'infinito. Novalis, in realtà, aveva iniziato a comporli nel 1797, dopo un "momento di lampeggiante estasi" percepito sulla tomba di Sophie. In quei canti l'uomo, divenuto "straniero", "entra nella notte" che è metaforicamente la notte mistica dello sposalizio, nella quale compare l'amata come "l'amabile sole notturno". Prosegue il lavoro sull'"Enrich" e studia Jakob Bohme (1575-1624), continuando gli studi sulla geologia, medicina, religione e poesia. Da tempo però è malato di tubercolosi. In autunno le sue condizioni peggiorano gravemente. A dicembre chiede di farsi trasferire nella zona in cui è nato. Il 25 marzo 1801, a soli 29 anni, Novalis muore consunto dalla tisi, assistito dal fratello Karl e da Julie. Fonte: http://biografieonline.it
E' secondo di undici figli e la sua educazione è improntata ad un severo pietismo. Dopo studi compiuti privatamente, una precoce ed intensa presa di contatto con la letteratura, e un anno di ginnasio a Eisleben, segue corsi di giurisprudenza (in vista di una carriera in ambito forense), ma anche di filosofia a Jena, dove ha modo di seguire i corsi di Fichte e Schiller (che diverranno maestri e modelli). Minato da una salute incerta, Novalis avrà sempre l'ombra della morte addosso, conducendo una vita contrassegnata da passioni estreme e da una costante tensione "visionaria". Nel 1781, a soli nove anni, è costretto a letto da una grave malattia. L'inattività gli permette di leggere parecchio, seppur con grande sforzo. Una particolarità del suo carattere è la sua volontà di ferro. Per respirare aria migliore, si trasferisce dallo zio, di mentalità decisamente più aperta rispetto al resto della famiglia. In seguito, come detto, frequenta l'Università a Weissenfeels-Sale ma ad un certo punto decide di proseguire a Lipsia dove stringe amicizia con un'altra anima assai "romantica", Fredrich Schlegel. Il fervore giovanile porta Novalis a scrivere frequentemente: si tratta perlopiù di poesie ispirate da ragazze o di libelli indirizzati al potere politico, ma prendono anche forma sulla carta diverse suggestioni di ordine filosofico. Ad oggi il suo pensiero filosofico é contenuto soprattutto in una raccolta di "Frammenti", rimasti per molto tempo inediti. Nel 1793 Novalis vorrebbe intraprendere la carriera militare, ma la famiglia osteggia questa scelta, soprattutto per motivi di tipo economico. Avrebbe dovuto iscriversi prima all'Accademia, istituto assai costoso. Come ripiego si trasferisce a Tennstedt, dove nel novembre assume l'incarico di attuario alle dipendenze dell'amministratore distrettuale, August Just. Durante un viaggio di lavoro a Gruningen incontra la famiglia Rockentien e s'innamora della figliastra, la dodicenne Sophie Van Kuhn. Come dirà lui stesso: "furono quindici minuti che cambiarono la mia vita". Il 15 marzo 1795 si fidanza con la ragazza. In un ricevimento a casa del professor Niethammer, a Jena, conosce altri due sommi del pensiero e della poesia, rispettivamente il filosofo Johann Fichte e il tormentato Holderlin, anche se questo sarà di fatto il loro unico incontro. Con Fichte la collaborazione si fa intensa, tanto che ne diventa allievo, intraprendendo fra l'altro gli studi sulla dottrina della scienza sviluppata dal filosofo. E' il 1796. Sophie improvvisamente si ammala. La situazione si presenta subito grave e viene sottoposta a tre interventi chirurgici. Un anno dopo, l'amata fidanzata spira. La morte della giovane segna una svolta decisiva nella vita del poeta, lasciando una ferita profonda che non si rimarginerà più. Tuttavia Novalis trova ancora la forza per studiare e approfondire il suo pensiero. Sotto l'influsso degli scritti di Böhme, Zinzendorf e Schleiermacher, diventa l'esponente più celebre del primo romanticismo tedesco. Novalis vuole con la sua poesia "romanticizzare" il mondo, attravverso un'ottica completamente diversa da quella illuminista, cercando cioè di scorgere nel particolare un valore universale e, viceversa, riconoscendo che l'universale si esprime sempre nel particolare. Ma per "romanticizzare" la realtà comune occorre guardarla con gli occhi della fantasia e dell'intuizione, più che con quelli della ragione, tanto idolatrata nel periodo illuministico. La poesia viene intesa da Novalis nel suo significato etimologico di creazione (dal verbo greco "poies", fare): essa produce realtà, anzi è la realtà vera, il prodotto dello spirito: "La poesia é il reale, é la realtà assoluta. Questo é il nocciolo della mia filosofia". La poesia é dunque vera conoscenza e vera scienza. La filosofia stessa si riduce a poesia. Infatti Novalis riprende la dottrina della scienza fichtiana, interpretando però l'Io non come semplice soggetto trascendentale, ma come una fonte infinita di pensiero e di realtà. A Novalis dobbiamo una delle più celebri definizioni di Romanticismo: "Quando conferiamo al comune un senso più elevato, all'ordinario un aspetto misterioso, al noto la dignità dell'ignoto, al finito un'apparenza infinita allora io lo romanticizzo". Il 14 febbraio 1796 Novalis subisce un altro colpo atroce del destino: muore il fratello Erasmus. Dal 18 del mese, per dare uno sfogo al fiume in pena che era la sua anima, incomincia un diario che si protrae fino al 6 luglio. Si rifugia nello studio (poesia, fisica, politica), e decide d'iscriversi all'Accademia mineraria di Freiberg. Inizia lo studio sull'opera di critica dell'arte dell'olandese Hemsterhuis, ed incontra per la prima volta Caroline e August Schlegel insieme a Friedrich Schelling. Nel 1798 a Freiberg entra in contatto con Abraham Werner (noto studioso di minerali), intensificando lo studio sulle scienze naturali. Conosce poi Julia von Charpentier, figlia del consigliere dell'Amministrazione mineraria. Nel febbraio 1798 invia ad August il manoscritto delle annotazioni varie con il titolo "Bluthenstaub"("Pollini") che viene pubblicato in aprile sul primo numero dell'Athenaum con lo pseudonimo di Novalis (designazione latina di un possesso della famiglia). Segue la raccolta di brevi poesie ed epigrammi "Blumen" ("Fiori") e la raccolta di riflessioni politico-filosofiche "Glauben und Liebe" ("Fede e amore"). Insieme ad August parte per Jena per incontrarsi con Goethe e Schiller e nel corso dell'anno, con August e Schelling visita spesso la Galleria d'Arte di Dresda, rimanendo entusiasta di alcune opere. A luglio si trasferisce a Teplitz per una cura, ed immerso nel paesaggio e nella tranquillità della zona, Novalis trova l'ispirazione per centocinque frammenti dedicati all'universo femminile, alla religione cattolica e alla vita quotidiana. Tornato a Freiberg nell'agosto incomincia a comporre "Gli studi sulle scienze naturali" ed il "Brogliaccio generale" nella prospettiva di realizzare un'enciclopedia di scienze naturali, matematiche, fisiche, filosofiche. Inizia la stesura del romanzo "I discepoli di Sais". Nessuno di questi studi verrà pubblicato mentre è in vita. Nel 1799 svolge l'incarico in pianta stabile nell'amministrazione delle miniere della Sassonia. A Jena conosce Ludwig Tieck, che diverrà suo profondo amico nonché curatore e divulgatore delle sue opere dopo la sua morte. In questo periodo compone i primi "Canti spirituali", il saggio "La cristianità o l'Europa", presentando queste opere a Tieck, i fratelli Schlegel, Schelling, William Ritter a Jena, tra l'11 e il 14 novembre in un convegno non programmato. Alla fine dell'anno incomincia il romanzo "Heinrich von Ofterdingen" (in cui il protagonista incarna il modello del sognatore romantico e in cui lo spirito poetico prevale di gran lunga sulla considerazione razionale della realtà), e viene nominato assessore alle saline come ricompensa per la sua serietà e per l'impegno dimostrato. Nel 1800 conclude la redazione degli "Inni alla notte" e li invia a Fredrich Schlegel, che li revisiona e li pubblica ad agosto nell'ultimo numero dell'"Athenaum". Negli "Inni alla notte" (1800), l'opera senz'altro più completa di Novalis, lo spazio notturno é il regno del sogno e della fantasia, intesi come indispensabili veicoli verso l'infinito. Novalis, in realtà, aveva iniziato a comporli nel 1797, dopo un "momento di lampeggiante estasi" percepito sulla tomba di Sophie. In quei canti l'uomo, divenuto "straniero", "entra nella notte" che è metaforicamente la notte mistica dello sposalizio, nella quale compare l'amata come "l'amabile sole notturno". Prosegue il lavoro sull'"Enrich" e studia Jakob Bohme (1575-1624), continuando gli studi sulla geologia, medicina, religione e poesia. Da tempo però è malato di tubercolosi. In autunno le sue condizioni peggiorano gravemente. A dicembre chiede di farsi trasferire nella zona in cui è nato. Il 25 marzo 1801, a soli 29 anni, Novalis muore consunto dalla tisi, assistito dal fratello Karl e da Julie. Fonte: http://biografieonline.it
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