È un po’ di tempo che non faccio un riassunto delle novità appena uscite in libreria e di quelle che usciranno tra poco. Quindi cari lettori prendete carta e penna perchè vi elenco un po’ di titoli (in italiano) da cercare o ordinare in libreria (NB: per forza di cose non posso leggere tutti i libri che segnalo, quindi quella che segue è una selezione personale di quanto è stato o sta per essere pubblicato in italiano sugli argomenti del blog: rivolte nei paesi arabi e letteratura araba).
Sempre per Mesogea troviamo anche Sociologia politica del Medio Oriente, dello storico e sociologo Hamit Bozarslan, tradotto dall’originale francese Sociologie politique du Moyen-Orient (Editions La Découverte 2011).
Sul fronte “primavera araba”, un termine che è diventato indigesto ai più, vi segnalo anche il libro scritto dall’iranista e islamologa Anna Vanzan dal titolo Primavere rosa. Rivoluzioni e donne in Medio Oriente (Libraccio Editore, pp. 129, 14,50 euro).
(Ieri “Abuna Paolo”, ha compiuto 59 anni. Un gruppo di amici e giornalisti italiani lo ha festeggiato con questo bel post su SiriaLibano che è disponibile anche in inglese, francese e in arabo, lingua che Padre Paolo parla perfettamente).
Passando alla letteratura, vi segnalo nuovamente la raccolta poetica L’autunno qui è magico e immenso del poeta curdo siriano Golan Haji (Il Sirente editore). Il libro verrà presentato per la prima volta a Bari il 29 novembre durante l’evento Narrazioni libere. Dalla Siria all’Italia il futuro è commons.
Tra gennaio e febbraio invece per la narrativa potremo leggere: Il collare della colomba, della saudita Raja Alem, pubblicato da Marsilio. Questo libro ha vinto il Booker arabo nel 2011 insieme al romanzo L’arco e la farfalla, dello scrittore marocchino Mohammed al-Achaari (davvero un libro che NON mi è piaciuto, che non capisco perchè abbia vinto né perchè sia stato tradotto e pubblicato qui da noi).
Il rapimento è invece il titolo del romanzo giallo dello scrittore algerino francofono Anouar Benmalek, in uscita per Atmosphere Libri. Sul sito dell’autore (se non sbaglio inedito in italiano) trovate gli estratti delle recensioni sul romanzo.
Proseguendo: per Feltrinelli uscirà la traduzione di Sinalcol (traslitterazione del titolo originale arabo, che significa “senza alcol”. Immagino che il titolo in italiano verrà cambiato?), l’ultimo romanzo di Elias Khoury e la ristampa di La porta del sole, il romanzo capolavoro di Khoury, che uscirà in una nuova versione (in origine era stato pubblicato da Einaudi, nel 2004). Entrambi sono tradotti da E. Bartuli.
“Mohal”, Dar el Shorouk
Un altro atteso ritorno è quello dell’egiziano Youssef Ziedan con Mohal, terzo romanzo tradotto in italiano, sempre con Neri Pozza, dopo Azazel e Nabateo lo Scriba (traduzione di L. Declich e D. Mascitelli). Per ingannare l’attesa, potete leggere questa recensione apparsa sul Daily News Egypt lo scorso anno, ma attenzione perchè fa un po’ di “spoiler”!
Infine, vi annuncio che la casa editrice Jouvence è tornata a pubblicare. Ve la ricordate? Quella che pubblicava i classici della letteratura araba moderna e contemporanea di cui per qualche tempo avevamo perso le tracce. A gennaio uscirà la ristampa di Donne nel deserto, romanzo della scrittrice libanese Hanan al-Shaykh (traduzione di S. Pagani).
Bella notizia, vero? Già, non fosse per la copertina che è stata scelta. Già, un’altra donna coperta da un bel velo nero.
La copertina della prima edizione non era un capolavoro di grafica, ma era senz’altro meglio di questa. E comunque, io sono un po’ per il vintage: a me le copertine della Jouvence piacevano. Avevo per un attimo l’illusione di leggere un libro come un altro, non un libro orientalisticheggiante.
Se continuo a parlare di copertine è perchè la copertina di un libro è la prima cosa che un lettore vede in libreria: se io non fossi una lettrice di letteratura araba probabilmente non comprerei un libro del genere. Perchè sono stufa di vedere donne velate in copertina, a prescindere. Ovviamente farei un errore perchè al-Shaykh merita di essere letta, ma a quel punto chi incolpare: la mia “intolleranza”, la casa editrice o la scrittrice?
Cari editori, se proprio non sapete che pesci pigliare per le vostre copertine, perchè non prendete esempio dal lavoro di Ponte33, che fa comporre le copertine dei suoi libri da un bravissimo artista iraniano?
Questo è il risultato, giudicate voi.
Se volete segnalare altri titoli potete farlo nei commenti al post!