La costruzione delle scene esalta la vicenda carceraria di Bobby Sands, leader dell’IRA, che giunse alla morte in seguito ad uno sciopero della fame. Perché lo fece? McQueen lo spiega grazie alla prova estrema ed estremamente fisica di un Fassbender in stato di grazia e alle geometrie rese da magnifiche inquadrature che sono il correlativo oggettivo dell’oppressione carceraria. In uscita nelle sale italiane in questi giorni. Da non perdere.
Tecnicamente impeccabile, delicato nella sua perfezione e ottimamente recitato, questo film ci fa venire in mente opere recenti come Munich (S. Spielberg, 2005) e Le vite degli altri (F. H. von Donnersmarck, 2005). La talpa regge indubbiamente il confronto ma la storia, da ricostruire (come si conviene per un film di questo tipo), è fin troppo ingarbugliata nella sua sostanziale semplicità. Ce ne ricorderemo come di un magistrale esercizio di stile.