Ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il testo del Nuovo Codice Appalti, con cui recepiamo le direttive Ue 23, 24 e 25 del 2014 in materia di concessioni, appalti nei settori ordinari e settori speciali. Il percorso del nuovo Codice Appalti, però, continua: passerà dal Consiglio di Stato e dalle commissioni parlamentari, poi dalla bollinatura e dal Capo dello Stato che dovrà firmarlo. Il Codice Appalti entra in vigore il 18 aprile (giorno di scadenza della Delega) e si applica da quello stesso giorno.
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La novità più grossa riguarda il massimo ribasso, “che resterà solo per casi assolutamente marginali e ben normati”. Gli appalti verranno assegnati in base al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’attenzione sarà rivolta alla qualità e non più al prezzo più basso. Il rischio operativo sarà in capo al soggetto privato e lo Stato non sarà obbligato a ripianare perdite su rischi assunti dai privati.
Il criterio del prezzo più basso si può utilizzare per i lavori di importo pari o inferiore a un milione di euro, tenuto conto che la rispondenza ai requisiti di qualità è garantita dall’obbligo di realizzare la procedura di gara sulla base del progetto esecutivo.
Il criterio del prezzo più basso può essere utilizzato inoltre per i servizi e le forniture di importo inferiore alla soglia comunitaria, caratterizzati da elevata ripetitività. Fanno eccezione per quelli di notevole contenuto tecnologico o con un carattere innovativo.
Ha dichiarato Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori e Conservatori, sul superamento del massimo ribasso:
“Il riconoscimento della centralità del progetto – riportato a unità e che non viene più spezzettato tra soggetti diversi – e il superamento del massimo ribasso affermano il principio che la qualità dell’architettura e il ricorso ai concorsi rappresentano l’unica strumento per realizzare buone architetture pubbliche, realizzate bene e al giusto costo e rispondenti concretamente ai bisogni dei cittadini che, attraverso il débat public, saranno ora partecipi delle scelte che riguardano il loro territorio. Così come rappresentano uno sbarramento contro la cattiva sorte delle opere pubbliche, il malaffare e la mafia. Mentre ci riserviamo di esaminare i singoli articoli del Decreto, auspichiamo che questo provvedimento, una volta approvato definitivamente e superato il vaglio delle Camera, possa concretamente contribuire a dare nuova linfa e a rilanciare il settore dei lavori pubblici e dell’edilizia”.
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