«Un romanzo appassionato, pieno di tenerezza e volontà, di gioia e sgomento.
Una storia difficile da dimenticare.»
Sunday Times
Titolo: Grace lo dice forte
Autore: Emma Henderson
Edito da: Dalai
Prezzo: 18.00 €
Uscita: Maggio 2012
Genere: narrativa, sentimentale
Pagine: 320 p.
Trama:
Affetta da una sindrome spastica, che si aggrava all’età di sei anni con il sopraggiungere della poliomielite, Grace trascorre i primi anni in famiglia, sostenuta soprattutto dalla madre che lotta per darle una vita normale, finché, di fronte a crisi sempre più violente e all’impossibilità di parlare in modo comprensibile, i genitori si arrendono e decidono, a undici anni, di affidarla a un istituto psichiatrico. Quando i cancelli si chiudono alle sue spalle, è l’inizio dell’inferno. The Briar – la sua casa per quasi trent’anni – si rivela un luogo dove vive una popolazione dolente, fatta di bambini e adolescenti, menomati nel fisico e nella mente che devono sopportare trattamenti durissimi, grandi sofferenze, umiliazioni gratuite. E tuttavia, è anche un luogo che stupisce per la sua insospettabile vita sotterranea fatta di amicizie, di scherzi, di solidarietà e di complicità. L’incontro con Daniel, un ragazzino senza braccia, segnerà una svolta importante. Lui diventerà tutto per Grace: l’amico, il compagno di giochi, il confidente e il suo primo amore. Daniel che, con il dono straordinario della fantasia, la porta via dall’opprimente istituto, in tutti i posti del mondo, e le dà una ragione per resistere ogni giorno, per prendersi cura di sé, per imparare ad accettarsi. Fino al giorno in cui scompare… A partire dal suo vissuto, l’autrice ricostruisce, a tredici anni di distanza dalla morte della sorella, la sua tragica esistenza, dandole quella voce che in vita non ha mai avuto, traducendo in parole quei silenzi o quei suoni disarticolati. E Grace lo dice forte: quello che sente e che vede, quello che prova dentro, facendoci appassionare alle vicende, non di un caso clinico, ma di una vita, per quanto diversa, come tutte le altre.
Emma Henderson;