“La Casa è diventata oggetto di culto.”
Chastnyj Korrespondent
“Un evento rarissimo: un libro-ritmo che si lancia nell’infinito, un libro-vita nel quale si può sprofondare, scoprendo sempre nuove dimensioni. Se il ritmo della Casa si accorda con il tuo, liberartene non sarà più possibile.”
Den’ Za Dnem
Titolo: La casa Del Tempo Sospeso
Autore: Mariam Petrosjan
Edito da: Salani
Prezzo: 20.00 €
Uscita: Maggio 2011
Genere: Young Adult, Fantasy
Pagine: 702 p.
Trama:
Nella periferia di una città qualunque, una Casa si staglia tra le altre, ordinaria e un po’ inquietante. È un istituto dove, per qualche tempo, si raccolgono ragazzi disabili, dall’infanzia all’adolescenza. Ma dal momento in cui varcano quella soglia, tutto cambia. La realtà cessa di esistere e viene rimpiazzata da un altro mondo con regole, leggi e riti spesso crudeli e oscuri. I nuovi eroi – Fumatore, Tabaqui, Lord, Sfinge, Cieco e gli altri – si conoscono e si dividono in gruppi, ingaggiano epiche battaglie nei luoghi a un tempo sconfinati e ristretti della Casa: il Solaio, la Foresta, il Tetto diventano gli scenari di una guerra di desideri, di speranze e di immaginazione, dove la posta in gioco è scegliere se tornare al mondo esterno o rimanere, sospesi per sempre in una realtà fantastica. Nella Casa tutto è possibile: l’amore, l’odio e la morte; la perdita, il dolore e la gioia; nella Casa i ragazzi sono liberi, il tempo si ferma e si dilata smisuratamente. Alla fine, perduta l’infanzia, essi si troveranno di fronte alla prova più difficile: credere alla promessa dell’età adulta e lasciare la Casa o rinunciarvi e rifiutarsi di crescere.
Estratto:
Apparvero davanti alla Casa in una torrida giornata d’agosto, in un’ora che non concedeva ombre. Una donna e un bambino. La strada era deserta, il sole l’aveva incenerita. Gli alberi stenti lungo la carreggiata non salvavano dalla canicola, non salvavano neanche i muri delle case, che si fondevano nel cielo azzurro vivo come denti arroventati. L’asfalto si rammolliva sotto i piedi. I tacchi della donna vi incidevano dei forellini che la seguivano in fila ordinata, come le impronte di uno stranissimo animale.”
Mariam Petrosjan;