Auore: Cecilia Sorrento
Editore: Leone editore
Pagine: 160, Brossura
ISBN: 978-88-6393-106-8
Prezzo: 10.00EUR
Cecilia nasce in una famiglia borderline. Il padre sperpera tutto il patrimonio di famiglia al lotto, mentre la madre, infelice per il marito padrone, sarà una matrigna arida d’amore per le sue cinque figlie. Nel tentativo di sfuggire alle angherie che si consumavano negli angusti metri quadri della casa popolare di Roveto, dopo la maturità, Cecilia si trasferisce al nord dove sposa Matteo, un uomo tenero e affettuoso che si rivelerà presto fragile e insicuro.
Il disagio economico le impedirà di laurersi, mentre la crisi degli anni ‘70 costringono lei e il marito a lasciare la grande città per prendere in gestione un bar nel paese natio di Matteo, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato all’anno Mille. Per le sue bambine, Cecilia dovrà essere sia madre che padre. Carica di responsabilità, angosciata dalla solitudine, estranea tra estranei, si sente una nullità che vaga senza meta nell’esistenza.
Scivola lentamente in un disagio che la trascinerà in una lunga relazione molesta con il suo analista in un contesto di assoluta disparità: l’uno onnipotente l’altro onnidipendente. Il desiderio di morire per annullare lo stillicidio di umiliazioni, unito alle cure pschiatriche alternate da continui crolli, non le impediranno di ribellarsi, di essere una guida per le sue figlie, di recuperare il terreno perduto, e il gusto per la vita, illusa di trovare l’amore negato a suo tempo nella culla e nel talamo.
Allo sfiorire della giovinezza Cecilia è consapevole che l’unico amore vero nella sua vita dal karma pesante è stato quello di una creatura non umana: Mosè.
Mosè era un bellissimo persiano bianco di sei chili, dal carattere dolce e coccolone, unico regalo della relazione molesta. Vive nei suoi sogni e ricordi dopo che, a soli cinque anni, Mosè viene stroncato da un malore inprovviso. Ha lasciato il suo cuore per entrare per sempre in quello di Cecilia e delle sue figlie, l’antidoto più forte ai più dolorosi veleni, capace di ricomporre un corpo fatto a pezzi, violentato e nassacrato dalla crudeltà e dalla perversione del genere umano.
Feroce maestra di vita, la morte, ricorda puntualmente quanta fragilità e quanta forza possiede l’essere umano prima di arrendersi.
L’autore:
Cecilia Sorrento è nata a Salerno il primo febbraio del 1959 in una modesta casa popolare di periferia, respirando aridità affettiva e disagi economici. Lavora come operatrice socio sanitaria nel reparto oncologico dell’Ospedale Maggiore di Parma. Le catene dell’anima è il suo romanzo di esordio.