Nubifragio in Sardegna: un altro episodio di guerra climatica?

Creato il 25 novembre 2013 da Straker
Sit eis terra levis.

Dopo che la Sardegna è stata colpita da un formidabile nubifragio, è stato adoperato e ripetuto il termine "ciclone”, nel senso di uragano, non nel significato di vortice depressionario. Sull’isola si è scatenata la furia di un vero e proprio uragano o siamo di fronte alla solita manipolazione linguistica, inconfondibile traccia della consueta manipolazione meteorologica? Ci si dimentica che un ciclone si forma solamente nella fascia oceanica compresa tra circa 30° latitudine N e 30° latitudine S, quando la temperatura dei primi cinquanta metri di oceano è di almeno di 26.5°C. L’aria, a contatto con l’oceano caldo, diventa instabile e sale, raffreddandosi per espansione. L’umidità si condensa quindi in imponenti nubi temporalesche: la differenza di temperatura tra la base e la sommità del tifone è dell’ordine di 100°C ed è in grado di scatenare venti che possono toccare i 200 chilometri all’ora. Il Mediterraneo, a differenza del Pacifico e dell’Atlantico, non è un mare dove si possono rilevare questi fenomeni estremi.

Nel caso della calamità in Sardegna possiamo ipotizzare un fenomeno artificiale? La risposta è probabilmente affermativa. Vediamo perché.
• Il ciclone si manifesta come un enorme mulinello di forma appunto circolare. Ciclone deriva dal greco “kyklòs”, che vale “cerchio”. Le immagini satellitari mostrano, però, a sud della martoriata isola una formazione a V: è un particolare su cui torneremo.
• I giorni che hanno preceduto il disastro erano stati funestati da una parossistica attività chimica: composti elettroconduttivi erano stati dispersi da aerei civili e militari. Questi composti costituiscono, per così dire, il substrato su cui si crescono le energie elettromagnetiche. E’ una falda che, soprattutto durante la notte, imprigiona il calore nella bassa atmosfera, creando un effetto serra artificiale. Di conseguenza i meccanismi di scambio termico sopra descritti, possono sfociare in manifestazioni atmosferiche di notevole veemenza.
• A sud dell’isola, le mappe satellitari mostrano un robusto corpo nuvoloso a foggia di V: è una cosiddetta V-Shaped. I meteorologi di regime, in questi ultimi tempi, si sono affrettati a classificare tale fenomeno indotto, riconducendolo a qualcosa di naturale, ancorché insolito e di fatto inspiegato. La configurazione geometrica delle V-Shaped, del tutto assenti, come le “innocue velature”, nei testi di meteorologia non contraffatti”, lascia intrevadere lo zampino dei militari. Le V-Shaped, secondo la climatologia orwelliana, sarebbero temporali autorigeneranti (sic), una specie di moto perpetuo sul mare.
• Esistono strumenti per originare nubi: sono probabilmente un’evoluzione dei Liquid Rocket Engines (J-2X e RS-25), progettati dalla N.A.S.A. o del Taurus Molecular Cloud, TMC- 65, un dispositivo sperimentato inizialmente dai russi ed impiegato poi dagli Stati Uniti per provocare la pioggia. Il TMC era stato ideato in origine per oscurare i radar.
• Le supercelle temporalesche classiche hanno la forma di incudine e si sviluppano in verticale. Casualmente questi sistemi sono sempre più rari in concomitanza con fenomeni piovosi di elevata intensità.
• E’ possibile riscaldare alcune parti dell’atmosfera con armi satellitari: alcune particelle pesanti, definite adroni, possono essere accelerate a dismisura da un’apparecchiatura ad hoc, installata su un satellite in orbita, quindi le particelle sono sparate verso la Terra. Quando gli adroni urtano con le particelle d'aria della bassa atmosfera, che è più densa, gli adroni danno origine ad un fascio di fotoni. I fotoni, in meccanica quantistica, sono le particelle vettrici del campo elettromagnetico, quindi il risultato è un potentissimo raggio di energia elettrodinamica che colpisce il pianeta. [2] Il raggio non è visibile, ma interagisce con gli apparati elettrici ed elettronici che incontra sul suo percorso, provocandone in pochi secondi il surriscaldamento e l'autocombustione o addirittura l'esplosione. Un'arma del genere ha un potenziale distruttivo abnorme: un dispositivo simile, se molto potente, potrebbe causare un black out che sarebbe poi attribuito da “scienziati” collusi con il potere e dai media di regime ad una tempesta solare. Quasi certamente questo congegno bellico è il perfezionamento di un’invenzione che si deve allo scienziato serbo, naturalizzato statunitense, Nikola Tesla. Egli chiamò la sua ferale invenzione “raggio della morte”. [3]
• Cunei di nuvole erano già stati rilevati in occasione di altre alluvioni: ad esempio, nel Golfo di Genova, quando la città e parte del Levante ligure furono investite da piogge torrenziali.
• Gli Stati Uniti dispongono di piattaforme H.A.A.R.P. mobili montate su navi: esse possono essere impiegate pressoché in ogni dove per influire sui fenomeni meteo.
Considerati questi aspetti, ci sembra improbabile che il flagello che ha devastato alcune zone Sardegna sia da ascrivere a Madre Natura: pare proprio sia stato un attacco sferrato contro una regione il cui vertice politico aveva programmato la cancellazione dell’I.V.A. con la creazione di un’area franca. E’ stato un altro episodio di guerra climatica che è recepita come tale ormai anche in una parte non irrilevante dell’opinione pubblica, quanto più i mezzi di disinformazione di massa si affannano a negarla.

[1] Il ciclone tropicale, che assume il nome di “uragano” nell’Atlantico e quello di “tifone” (dal cinese “da fon”, “grande vento”) nel Pacifico, è un fenomeno che si presenta come un vortice d’aria ad alta velocità. Si forma durante la stagione calda ed è cagionato dall’alta temperatura delle acque, dall’elevata umidità e dalla forza di Coriolis.
[2] Gli adroni sono le particelle elementari (barioni, mesoni e le rispettive antiparticelle) costituite da quark e che partecipano all’interazione forte, la forza che nel nucleo tieni uniti i neutroni ai protoni. I fotoni, che hanno la natura duplice di onde e di corpuscoli, veicolano la luce, forma di energia elettromagnetica.
[3] Alcuni ricercatori ritengono che molti pittogrammi nei campi di cereali siano creati con dispositivi satellitari.

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