Nella giornata di oggi saranno consegnate alla Camera le firme per la proposta di legge “Sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per la salvaguardia del clima”. Iniziativa che ha riscosso molte adesioni : il comitato “sì alle energie rinnovabili, no al nucleare”, che se ne è fatto promotore, parla di oltre 50mila firme. Tuttavia, proprio oggi leggevo un intervento del presidente Alfiero Grandi, di cui mi hanno particolarmente colpito alcuni punti.
Grandi afferma che “proporre un’alternativa al nucleare, fondata sul pieno e ordinato sviluppo delle energie rinnovabili viene avvertita come una scelta giusta, necessaria per affrontare la situazione preoccupante del clima ma anche come nucleo di un diverso sviluppo economico, di una politica di nuova e qualificata occupazione”. Innanzitutto ancora una volta si parla delle rinnovabili come un’alternativa al nucleare e non come un’opzione da affiancare tranquillamente all’atomo. Quella delle rinnovabili è sicuramente una “scelta giusta e necessaria”, ma non sufficiente. Da tempo è in atto un dibattito, su cui in questi giorni si è soffermato anche Chicco Testa, presidente del Forum Nucleare Italiano: Testa ha parlato di “limiti strutturali” di fonti come l’eolico e il solare, che dipendono dalle condizioni climatiche. È inevitabile, quindi, che le rinnovabili non siano in grado di garantire quella continuità di cui abbiamo bisogno. Ben venga, quindi, anche il nucleare.
I sostenitori dell’energia alternativa sono convinti, però, che fotovoltaico e simili siano l’unica soluzione per il Paese:“Non ci sono soldi per investire su tutto – continua Grandi. Il nucleare è alternativo alle rinnovabili e chi insiste per questa avventura pericolosa per l’ambiente e la salute dovrebbe anche chiarire come recuperare la differenza di posti di lavoro, visto che il nucleare bene che vada a parità di risultato vale non più del 10 per cento dell’occupazione creata dalle energie rinnovabili”. Sorvolando sui calcoli che hanno portato a questa cifra, colgo ancora una volta l’occasione per ricordare che le emissioni di CO2 del nucleare non sono più rilevanti di quelle delle rinnovabili e che le scorie, prodotte in quantità ridotta grazie alle nuove tecnologie e stoccate in depositi sicuri, non sono pericolose per la nostra salute. A questo punto credo che Grandi dovrebbe rivedere almeno la sua ultima affermazione.
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