Nudità: è ovunque, ma è ancora un tabù. Perchè?

Creato il 23 settembre 2010 da Alesha

E la maggior parte delle volte è così, il nudo è sporco perché genera pensieri sporchi anche se tutto è relativo e dipende dal contesto. Ovvio che in un film il nudo può assumere contenuti erotici, cosi come è chiaro quanto la luce del sole che entrando in un locale di strip non andremo di certo a osservare dei nudi artistici. Eppure l’arte è sempre stata piena di immagini di nudi e questo perché il corpo umano è arte, è composto da forme armoniche che più di ogni altra cosa generano impulsi di qualsiasi tipo; se poi questi impulsi diventano lussuriosi, la colpa è del mass media che ci bombardano con il sesso, infilandolo praticamente ovunque.

Il corpo in sé e la sua nudità non è un tabù e nemmeno la Bibbia li condanna, anzi; lo stesso Gesù invitava i suoi discepoli a vestire umilmente e cioè riconduce al fatto che i vestiti servono solo per coprire e non per alimentare la nostra vanità; nella nostra società perversa ci si ricopre di abiti e accessori costosissimi che in realtà sono inutili perché ci sono persone che vivono completamente nude la loro vita. Si chiamano nudisti e amano girare per casa, spesso anche in giro, totalmente nudi.

Queste persone non lo fanno per atteggiarsi, né per creare scandalo, semplicemente hanno abbracciato uno stile di vita che distrugge totalmente il confine tra regole morali e tabù. Mostrare il proprio corpo nella comunità, partecipare addirittura a letture collettive della Bibbia senza vestiti abbatte le barriere sociali e permette di depurare la mentalità dal pensiero fisso che corpo nudo=sesso.

Tornando alla religione, quella cristiana non ha mai detto di non andare in giro nudi ma sarebbe strano se tutti da un momento all’altro ci mettessimo a passeggiare in strada senza vestiti; alcune religioni come il paganesimo si basano invece proprio sul concetto di corpo nudo: poiché queste religioni adorano le divinità antiche e gli spiriti della natura, durante i loro riti abbandonano le vesti per entrare in contatto con il flusso vitale di madre natura, fonte di sostentamento e guida spirituale.

Anche in questo caso l’abolizione dei vestiti sta a simboleggiare la caduta delle barriere sociali e delle differenze, in quanto durante il rito uomini e donne sono uguali, esseri figli della madre terra alla ricerca della sua benedizione.

Non pensiamo che riti del genere appartengano a tribù sperdute in uno di quei paesi pieni di rigide regole sociali e tradizioni dure a morire, il paganesimo è praticato da un australiano su 8 e sto parlando del suo sviluppo in città come Sydney, quindi grandi metropoli nel cui sottobosco crescono e prosperano concezioni religiose tenute nascoste perché associate alla pratica delle messe nere.

Non c’è nulla di satanico nei riti pagani o nella Wicca, solo il parere dei benpensanti che come al solito giudicano senza conoscere e limitando le proprie conoscenze al ristretto spettro visivo che gli viene concesso dagli occhi della società.

Le tribù africane vivono da sempre senza vestiti ma questa scelta è spesso condizionata dal clima della zona in cui ci si trova; la conclusione che possiamo trarre è sempre la solita e cioè che purtroppo, per quanto siamo evoluti non riusciamo a dare alle cose il loro significato primario; un corpo nudo è un corpo nudo. Un corpo nudo che si presta a compiere azioni moralmente discutibili è un’altra cosa.

I nostri occhi vedono il male ovunque ma siamo sempre  pronti a scagliarci contro il bigottismo degli altri, della Chiesa cristiana in primis.

Io penso che tutto questo non abbia senso; Cristo è stato inchiodato su una croce coperto solo da uno straccio e noi continuiamo a scandalizzarci se qualcuno si sveste in pubblico senza alcun intento sessuale…

Come superare dunque il tabù della nudità?

Se a frenarci è la morale imposta dalla Chiesa, basta riconoscere che il corpo è una creazione di Dio e che siamo noi ad usarlo come un mezzo, o a sporcarlo; d’ altronde è questa la pura e semplice verità. Se invece a frenarci è la vergogna dobbiamo solo imparare a osservare gli altri e noi stessi come esseri identici, ognuno con le proprie caratteristiche; non ci facciamo problemi se qualcuno indossa una maglietta più bella della nostra, allora perché preoccuparsi di una diversità fondamentale, creata apposta per renderci unici e speciali?

Martina


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