Selezione di numeri e dati dal mondo dei media, dei social e dell’innovazione digitale
592,4 miliardi
È in dollari quanto spenderanno, secondo alcune stime, gli advertiser sparsi per il globo in pubblicità alla fine del 2015. Un aumento rispetto al 2014 del 6%. Così solo quest’anno mediamente un consumatore sarà esposto a circa 5.000 annunci pubblicitari al giorno (erano 500 negli anni Settanta, per dire). Lo scrive su Digiday Keith Rivers, che ha fondato l’agenzia Workshop Creative, per dirci alcune cose su come alla luce di questi numeri necessariamente dovrà cambiare la filosofia nel fare pubblicità da parte dei brand. La prima regola? Create un rapporto di fiducia e preoccuparsi di raccontate qualcosa che sia importante più per i consumatori che non per i marchi: please, stop selling…
9.656
Sono i “subreddits” ovvero le comunità attive gestite da singoli moderatori su Reddit il celebre sito di discussione finito nell’occhio del ciclone dopo aver licenziato Victoria Taylor figura chiave del sito nel celebre format Ask me Anything (noto anche con l’acronimo AMA). Migliaia di moderatori volontari, quindi non pagati, che tengono in piedi le migliaia di discussioni su Reddit si sono ribellati boicottando il forum – che fa milioni di visite al giorno – e raccolto 200 mila firme per chiedere di reintegrare la Taylor. Una splendida occasione per fare una riflessione a tutto tondo su cosa Reddit stia diventando tra grandi potenzialità, enormi interessi (500 milioni raccolti recentemente in Venture Capital) e continue polemiche. Ma anche una prova di quanto, nel bene e nel male, i forum e le discussioni siano ancora una risorsa fondamentale e imprescindibile del web. Racconta tutta la vicenda Adrian Chen sul New York Times Magazine e suscita anche lui qualche polemica (date uno sguardo ad alcuni dei 111 commenti all’articolo).
1,26 miliardi
È il numero di risultati che si ottengono se si mette su Google la più classica delle domande che possiamo farci di fronte a un opera d’arte contemporanea: “But is art?”. Tra i primi risultati della ricerca è possibile trovare di tutto: uno squalo in formaldeide, un letto disfatto, la musica di John Cage, i quadri di Mondrian e quelli di Pollock lo scrive in un suo lungo articolo pubblicato dal Guardian Hannah Jane Parkinson che racconta la storia di un performer che ha organizzato un’esposizione utilizzando riproduzioni ingrandite di selfie presi da Instagram (senza consenso degli autori) con tanto di commenti originali ed emoticon. Prezzo delle “opere” 100 mila dollari. Così la domanda “ma è arte?” finisce per andare in collisione con alcuni dei più urgenti e attuali dibattiti di oggi: quello della riproducibilità dei contenuti, della privacy online e del diritto di proprietà nell’era digitale. (Fact-checking: digitando su Google But it is art? Abbiamo ottenuto 1,246 miliardi di risultati. Curiosità: digitando Ma è arte? Ne abbiamo ottenuti 29,8 milioni).
52 miliardi
In dollari è il valore delle merci nel settore abbigliamento che nel 2020 transiterà su Amazon. Già perché il colosso dell’e-commerce, noto soprattutto per i libri, da anni come tutti sanno vende anche mille altri prodotti dalla tecnologia ed elettronica ai mobili per arredamento. Il settore abbigliamento e accessori però sta assumendo un’importanza sempre maggiore in Amazon tanto da fare da traino a tutti gli altri, dicono dalla casa madre. Nel 2015 il valore lordo delle merci in questo settore su Amazon è stimato, riporta Bloomberg, 16 miliardi di dollari una cifra destinata a salire repentinamente con una quota nel mercato Usa che per Amazon dovrebbe passare dall’attuale 5% al 14% nel 2020. Così già nel 2017 Amazon supererà in scioltezza un leader assoluto del settore come Macy diventando il numero 1 negli Stati Uniti. Ad oggi (febbraio 2015) Amazon Fashion vanta 40 milioni di clienti. Insomma un motivo in più per avere un sorriso stampato come logo…
+25%
È quanto sono cresciuti i ricavi di Banzai secondo la relazione semestrale presentata in questi giorni dall’editore all digital italiano quotato in borsa da quest’anno. I ricavi secondo la relazione nel secondo trimestre del 2015 sono stati di 50 milioni di euro, erano 39,9 nel secondo trimestre 2014. La grande parte di questi ricavi è dovuta all’attività di e-commerce (43,6 milioni) e “solo” 6,4 milioni ai contenuti verticali.
21
Sono i dollari richiesti a notte per dormire a New York da un host di Airbnb. Dov’è il trucco? Il pernottamento non è, come solitamente avviene nel sito, in un appartamento o in una stanza (anche se Airbnb è famosa per accogliere offerte di qualsiasi tipo: castelli, ville, isole private, barche) ma in un Van arredato più che dignitosamente per l’occorrenza. Lo riporta Business Insider e sembra che l’annuncio vada alla grande con commenti entusiasti. Sono (al momento di scrivere) 17 le recensioni con una media di gradimento di 4 stelle e mezzo su 5 (piccolo particolare: tecnicamente dormire in un furgone parcheggiato in strada a New York sarebbe illegale).
immagine via Flickr (pubblicata da Craig Sunter con licenza Creative Commons)