Rassegna settimanale di numeri e dati notevoli che forse vi siete persi, selezionati durante le nostre letture su media, web e innovazione digitale
2.000 miliardi
Facebook e la search universale: da qualche giorno Facebook ha iniziato a indicizzare tutti i 2 mila miliardi di post contenuti nella sua piattaforma per renderli disponibili nella propria search. Lo scrive The Verge che sottolinea l’importanza della nuova strategia del social network più diffuso al mondo: la decisione di trasformarmare la propria funzione di ricerca in qualcosa di più del semplice strumento per trovare qualcuno che hai incontrato a una festa – scrive la rivista – ora è un modo per vedere in tempo reale ciò di cui internet sta parlando, Facebook si sta trasformando da “macchina” di interazione tra persone che genera già oggi 1,5 miliardi di ricerche al giorno, in un vasto magazzino di conversazioni consultabili da chiunque. Ovviamente il tutto sarà monetizzato alla grande da Zuckerberg e soci, come giustamente è stato subito fatto notare.
1,5 milioni
La vita (difficile) di Charlie dopo gli attentati: il rapido passaggio da piccola rivista che da anni inseguiva il pareggio di bilancio a uno dei simboli della libertà di espressione ha fatto nascere, per chi sta portando avanti Charlie Hebdo, nuove grandi (e in parte anche inaspettate) difficoltà. Dopo essere stata ospitata per sei mesi nella sede di Libération la redazione si è trasferita questo mese nella sua nuova sede “fortificata” con finestre antiproiettile, una “panic room” e un labirinto di porte di sicurezza.Interventi che sono costati 1,5 milioni di euro, i responsabili amministrativi della rivista prevedono di dover spendere ogni anno altri 500 mila euro circa in guardie armate. Lo riporta il New York Times in un lungo articolo nel quale racconta la vita della rivista in questi mesi dopo la strage del 7 gennaio scorso tra la voglia di ricominciare di molti e la disperazione e la il desiderio di mollare tutto di altri. Anche i molti soldi arrivati nelle casse – 15 milioni di euro di ricavi dalle vendite in edicole e dagli abbonamenti e 4 milioni in donazioni – stanno generando problemi: disaccordi su come gestirli al meglio per destinarli alle famiglie delle vittime, ritardi sugli impegni di nuovo assetto societario, oltre al disagio diffuso nei membri della redazione all’idea che, anche se solo teoricamente, l’attuale proprietà potrebbe trarre profitto economico dalla tragedia.
70%
C’è una donna dietro la rivoluzione digitale al Washington Post: si chiama Cory Haick guida un team di 20 persone e il suo ruolo è quello di “executive director of emerging news products” Digiday le dedica un lungo ritratto mettendo in evidenza anche un bel po’ di numeri su quanto al Post è stato fatto in questi ultimi tempi nel campo del digitale. Gran parte degli sforzi della Haick adesso sono concentrati sui nuovi device con lo sviluppo di app ed esperimenti molto originali come Rainbow che hanno contribuito a portare a settembre la quota di audience proveniente da mobile ad oltre il 70% . Oggi grazie alla decisa svolta sul digitale voluta dalla gestione Bezos, il Post ha messo a segno – certificata da comScore – la crescita più rapida nella categoria news/information: nel mese di settembre 59,1 milioni di utenti unici multipiattaforma ovvero +40% rispetto allo scorso anno.
–30%
La brutta estate dei quotidiani britannici: calano drasticamente gli investimenti pubblicitari su carta nei quotidiani britannici, secondo il Guardian “l’estate del 2015 sarà ricordata come il momento nel quale la tempesta perfetta ha colpito i giornali nazionali”. Il mercato pubblicitario della stampa – scrive ancora il Guardian – che rappresenta ancora oggi la linfa vitale per la maggior parte gli editori sul loro cammino verso la sostenibilità digitale, ha registrato una flessione di livelli senza precedenti: –30% nel corso degli ultimi sei mesi. Tutti i maggiori investitori pubblicitari del Regno Unito stanno tagliando i loro budget sui quotidiani nazionali a cominciare da Sky che ha ridotto la sua spesa del 20% nei primi nove mesi di quest’anno, BT (operatore telecomunicazioni) ha ridotto del 18% i propri investimenti in advertising su stampa, i tagli di Asda e Tesco (le due principali catene di supermercati) sono stati invece rispettivamente del 47% e del 39%.
25,4 miliardi
Trimestrali da sogno per Amazon e Alphabet: mentre la maggior parte degli editori tradizionali deve combattere con la crisi dei ricavi due giganti di internet come Amazon e Google (anzi Alphabet come adesso si chiama) affermano ancora di più il loro strapotere con trimestrali che registrano performance che vanno oltre le aspettative degli analisti. Amazon nel terzo trimestre registra 25,4 miliardi di dollari in ricavi netti dalle vendite e guadagna 17 centesimi per azione. Gli analisti si aspettavano una perdita di 13 centesimi per azione e ricavi non superiori ai 24,91 miliardi. Lo scrive Tech Crunch che in un altro articolo racconta come anche per Alphabet i conti di questo trimestre siano superiori alle previsioni: 18,68 miliardi di dollari di revenue (contro i 18,53 miliardi previsti dagli analisti) superiori del 13% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno.
300 milioni
Vice News, YouTube e i viedeo longform che catturano i più giovani: chi l’ha detto che su internet e i social i contenuti per catturare l’attenzione devono essere per forza brevi e leggeri? Vice News sta conquistando un pubblico di millennial grazie a documentari che superano i 20 minuti ( e molto spesso raggiungono i 60 e 90 minuti). Le cifre sembrano parlare chiaro: a 18 mesi dal suo lancio (correva l’anno 2013) sul proprio canale YouTube, Vice News aveva già raggiunto 300 milioni di visualizzazioni e 1,6 milioni di iscrizioni. Ne parla Journalism.com.uk che attraverso l’intervento all’Inma di Budapest di Dan Miller – che a Vice News ricopre il ruolo di direttore della comunicazione – cerca di capire la strategia della testata che sembra aver trovato la chiave giusta per catturare un audience di giovani sempre più ampia con contenuti che ribaltano alcuni luoghi comuni sulle cose-giuste-che-funzionano-in-rete. E la partnership con YouTube continua ad andare alla grande: Vice media nei suoi 10 canali aperti sulla piattaforma ha sommato ad oggi complessivamente 2,5 miliardi di visualizzazioni e 13 milioni di abbonati. [Ah, tra parentesi da un paio di settimane è stata lanciata Vice News Italia con una propria redazione giornalistica].
[immagine via Flickr realizzata da Rodrigo Moraes e pubblicato con licenza Creative Commons]