Rassegna settimanale di numeri e dati notevoli che forse vi siete persi, selezionati durante le nostre letture su Giornalismo, media e innovazione digitale.
85 milioni
Il valore di Quartz. Sembra che Atlantic Media stia valutando la cessione di Quartz, sito di informazione economica, che ha lanciato solo tre anni fa e che in questi anni ha avuto una crescita tale da attirare le attenzioni di alcuni investitori. Quelli di Atlantic Media dichiarano che sarebbe da irresponsabili non mettersi a valutare tali offerte. La notizia è stata data dal Financial Times. Già, ma quanto può valere Quartz che attualmente ha 15 milioni di utenti unici mensili e vanta un’audience globale (60% in Usa e 40% nel resto del mondo)? Secondo l’analista Ken Doctor circa 85 milioni di dollari. Non male per un progetto nato nel 2012 con uno staff di circa 30 persone (oggi sono circa 150) e che partendo da zero oggi fa concorrenza alla versione online di una testata come l’Economist. Ha valore sottolineare che Atlantic non è una new media company nata negli anni Duemila, ma un editore con 158 anni di storia molto legato alla propria storia e al giornalismo di qualità: la rivista The Atlantic che ha raccontato la guerra civile americana oggi continua ad esser euna delle pubblicazioni più prestigiose al mondo. Insomma anche i “vecchi” editori possono fare innovazione avviare progetti di informazione online e guadagnarci pure.
100 milioni
Il giornale di Alibaba: il gigante cinese dell’eCommerce ha raggiunto un accordo per acquistare il South China Morning Post, giornale in lingua inglese di Hong Kong fondato 112 anni fa. Lo scrive Quartz che precisa che non ci sono ancora cifre ufficiali per la transazione ma che il valore stimato del quotidiano è di circa 100 milioni di dollari. Il SCMP ha un risultato netto di 17,6 milioni di dollari nel 2014 (in calo ma con segno positivo da anni) e un’audience digitale in netta crescita.
2017
L’anno del sorpasso del digitale sulla televisione negli investimenti pubblicitari: lo scrive il New York Times che ha sentito un po’ di grandi agenzie pubblicitarie raccogliendo alcune stime: secondo il Magna Global (Interpublic Group) gli investimenti pubblicitari nella TV rappresenteranno nel 2015 il 38,4% del mercato globale, pari a 503 miliardi di dollari, cifra che scenderà al 38% nel 2016. Ma nel frattempo la spesa pubblicitaria digitale crescerà del 17,2% nel 2015 (valore 160 miliardi di dollari) e del 13,5% nel 2016, secondo queste stime il sorpasso del digitale alla TV come maggior canale di investimento pubblicitario avverrà per la fine del 2017. Sorpasso che – sempre secondo Magna Global – negli Usa avverrà già a fine 2016 con un valore degli investimenti pubblicitari nel digitale di 68 miliardi di dollari contro i 66 miliardi previsti per la TV.
550 mila
Blendle goes to America: la piattaforma di micropagamenti sta pianificando il proprio lancio in versione beta negli Usa per il 2016. Un passo decisamente importante per questa start up editoriale che già in settembre aveva deciso di espandere il proprio raggio d’azione fuori dell’Olanda debuttando in Germania. Una prova importante per questo progetto che propone un abbonamento ai propri lettori con i quali si possono leggere singoli articoli di testate diverse. Oggi scrive Politico (e anche il Financial Times) la piattaforma può vantare 550 mila abbonati tra Olanda e Germania. Una crescita costante della propria base di utenti dei quali, cosa da non trascurare, oltre la metà di età sotto i 35 anni. Ovviamente se il mercato tedesco rappresenta una prova fondamentale per Blendle, l’espansione nel mercato americano è destinata ad essere la sfida definitiva per dimostrare la validità del proprio modello di business. Nel frattempo però già lo scorso anno il New York Times, assieme all’editore tedesco Axel Springer, ha investito 3 milioni di dollari in Blende. Se il buongiorno si vede dal mattino.
[immagine via Flickr realizzata da Jason Bowler e pubblicato con licenza Creative Commons]