Numero sconosciuto, di Giulia Besa

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Da Fralerighe n. 2

Autrice:  Giulia Besa

Genere: Fantasy

Sottogenere: Urban fantasy, Dark fantasy, Mythpunk

Editore: Einaudi

Pagine: 386

Anno: 2011

Trama:

Sara ha vent’anni, vive a Roma e lavora come barista. Nel tempo libero caccia nei boschi per sfogare la sua rabbia e fa regolari visite in ospedale a Marco, l’uomo che un anno fa, in un incidente stradale, ha ucciso i suoi genitori, e da allora è in coma. Un giorno inizia a ricevere sms da un numero sconosciuto, che le impartisce ordini.

La paura di mettere in pericolo la sorella costringe Sara a seguire le direttive del Numero sconosciuto. E la costringe a lottare contro gli Dèi. Forme delle passioni umane piú spietate, gli Dèi agiscono nel mondo a loro piacimento e corrompono ogni Materia di cui prendano possesso. Sara si trova a fronteggiare, in un serrato corpo a corpo, Artemide, fascinosa arciera dai denti di squalo, Persefone, bambina che divora e si strugge, Marte, dal bacio sanguigno e sensuale…

Ma chi è il numero sconosciuto che ricatta Sara e le ordina di dare la caccia a una divinità dopo l’altra? Che cosa ha a che fare con Marco? Cos’è successo davvero il giorno dell’incidente e perché Sara non riesce a ricordarlo?

Recensione:

“Numero Sconosciuto” è il romanzo d’esordio della giovane Giulia Besa. Si tratta di un urban fantasy dalle atmosfere dark e con elementi mitologici greco-romani. Questi ultimi, però, non sono stati usati senza cognizione di causa, ma sono stati rielaborati in modo originale. Ad esempio, ho trovato molto interessanti gli echi a Epicuro e Aristotele. In pratica, gli Déi sono la Forma delle passioni umane e corrompono ogni Materia con cui entrano in contatto. E così abbiamo Artemide/Violenza, Atena/Conoscenza, Mercurio/Curiosità. Ma i due Déi più interessanti sono Marte/Guerra e Persefone/Morte. Il primo desta molta curiosità per via dei suoi tratti caratteristici quali il parlare per proverbi e il grattarsi in continuazione. La seconda, invece, è molto simbolica: Persefone ha una doppia natura di bambina e vecchia in decomposizione, costretta a divorare i cadaveri dei defunti piangendone la triste sorte in modo sincero e commovente.

Giulia Besa ha studiato tecniche narrative e si sente: lei mostra ed evita di raccontare anche a costo di sembrare troppo cruda; usa dettagli concreti e accuratamente selezionati, descritti in movimento e usando più informazioni sensoriali. Il romanzo è narrato in terza persona al presente, in modo da lanciare il lettore nel vivo dell’azione. La telecamera del punto di vista è fissa nella testa di Sara, le scene sono ricche di conflitto e i dialoghi sono curati ed efficaci. Siamo di fronte a uno stile trasparente che permette al lettore di immergersi completamente nel romanzo. Non c’è mediazione tra parole e immagini, i fili del burattinaio rimangono nascosti, il mondo svanisce e si viene intrappolati dalla realtà virtuale del romanzo. Ciò nonostante, sparse qua e là ci sono varie sviste stilistiche. Infondo parliamo dell’esordio di una giovane autrice che non ha ancora avuto il tempo per sedimentare le tecniche della narrativa. Però ha studiato e si è allenata, a differenza di molti altri suoi colleghi. Inoltre le macchie stilistiche di “Numero Sconosciuto” si notano poco a una prima lettura, complici la semplicità espressiva e il ritmo incalzante.

C’è però un difetto che rovina la lettura e rende il libro un po’ “senz’anima”: la protagonista. Sara è certamente un modo per distanziarsi dalle eroine smidol-late e amorfe che vanno tanto di moda (sì, Bella Swan, parlo proprio di te), ma il risultato non è dei migliori. Sara risulta un personaggio troppo duro, rabbioso, cinico e dal cuore di pietra: è difficile immedesimarsi o anche solo tifare per lei. La sua psicologia complessa e patologica è stata elaborata male, il rapporto con sua sorella è stato descritto in modo troppo distaccato, i sentimenti contraddittori verso Marco sono rimasti a uno stadio superficiale.
I personaggi secondari, invece, si mantengono sullo sfondo, immersi in una nebbia anonima. L’unica eccezione è Monica, l’amica scema e stereotipata che però strappa un sorriso.

La trama è ben studiata e strutturata, con un buon climax e vari colpi di scena. L’autrice si è documentata e la storia non cade mai nell’inverosimile o nell’incoerente. Solo in un caso viene qualche dubbio: il combattimento con Artemide. Sara era ferita gravemente: come ha fatto a sparare alla dea? Senza contare che pure da sana faticava a reggere quel fucile così pesante e inadatto a lei. Per quanto riguarda il finale, l’ho trovato ottimo. Dopo un’agnizione sconvolgente, il romanzo termina in modo aperto, spianando la strada a un seguito che si preannuncia scoppiettante. Probabilmente, però, un cliffhanger ancora più netto avrebbe generato più attesa per il prossimo romanzo.

La nostra intervista

In conclusione, “Numero Sconosciuto” è originale e scritto bene, ricco di azione, suspense, tensione e mistero. Una bella ventata d’aria fresca per il panorama sconfortante del fantasy italiano. Certo, questo romanzo non è esente da difetti, ma come esordio è entusiasmante. Giulia Besa ha raffinato il suo talento con lo studio e continuando su questa strada potrebbe davvero arrivare in alto.

L’autrice:

Giulia Besa è nata a Roma nel 1990.

Si è diplomata al liceo classico “Pilo Albertelli” e frequenta la Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

“Numero sconosciuto” (Einaudi, 2011) è il suo primo romanzo.

Michele Greco



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