Un certificato medico, in contrasto con un altro, ne ha decretato la non idoneita’ ad accedere al laboratorio dove Bozza ha sempre svolto piccoli lavori artigianali. ”Ideatore e autore dei libri-farfalla con i racconti, le favole e le filastrocche dedicate ai bambini dai detenuti della sezione Alta Sicurezza dell’Istituto Penitenziario di Bad’e Carros, Bozza e’ una persona di poche parole”, lo descrive Caligaris, “con una straordinaria sensibilita’. La permanenza in carcere ha esasperato questa condizione rendendo il suo equilibrio particolarmente delicato, come sanno molto bene gli operatori dell’area educativa, avendo egli partecipato con successo anche alla realizzazione del volume di poesie ‘Fuori dall’ombra’ pubblicato nel 2006″. “E’ una persona carica di sofferenza che ha trovato nellaproduzione dei libri-farfalla e negli altri piccoli lavori che realizza in carcere la principale ragione della sua esistenza”, spiega la presidente di Sdr. “Non consentirgli l’accesso al laboratorio e alla scuola, senza una motivazione condivisa, e’ per lui l’equivalente di rinunciare alla vita. Il gesto estremo che ha compiuto e’ per lui l’unico in grado di fargli esprimere lo stato d’animo in cui si trova”.
“Non e’ la prima volta che Bozza si cuce la bocca”, riferisce Caligaris. “Quattro anni fa aveva compiuto lo stesso gesto, dopo 34 giorni di sciopero della fame. Poi una cella singola, la passione per lo studio e la realizzazione dei libri-farfalla gli avevano restituito l’equilibrio. Davanti ad atti cosi’ drammatici e con prevedibili pesanti negative conseguenze per la salute occorre – conclude Caligaris – mettere da parte l’orgoglio della ragione e condividere l’umilta’ dell’ascolto”.