Sinossi: Sin da bambino, Julien Hugo sa di aver qualcosa di strano. Pensa troppo, grida troppo, non cammina. Gli piacciono le ruote e tutto ciò che gira, perché il movimento circolare lo fa sentire bene. Gli piacciono i rumori che salgono dalle tubature, perché lo mettono in contatto con il cuore della Terra. Non ama il mondo esterno, infatti non parla con nessuno. E’ un sognatore, che trova nei sogni la libertà. E’ autistico, affetto da una forma grave dalla sindrome di Asperger.
Poi un giorno, Hugo decide di uccidere Julien, il suo vero nemico, che vive dentro di lui e non gli permette di essere come gli altri. Verso i 6 anni dice a sua mamma che vuole cambiare nome e sarà ai 18, dopo un lungo percorso, che l’incontro con il teatro lo aiuterà definitivamente a trovare un autocontrollo tutto personale. Hugo diventa “imperatore di se stesso” per uscire dall’isolamento. Oggi è un attore e un regista affermato, uno dei pochi che ha superato l’autismo.
Un racconto lucido in prima persona, che con la voce di bambino ci fa entrare nel suo mondo e guardare fuori attraverso i suoi occhi. Un mondo difficile e ostile, dove c’è spazio solo per chi è “normale”. Horiot rievoca con immagini potenti e uno stile asciutto le sue sensazioni, la sua battaglia contro se stesso, il suo incessante dialogo interiore, il rapporto con la madre che coraggiosamente l’ha sostenuto.
Una forte presenza sulla stampa e media francesi ha sostenuto questa storia dolorosa e toccante che per una volta ci fa vedere le cose da un punto di vista nuovo.
L'autore: Hugo Horiot ha trent’anni, vive a Parigi, ed è attore e regista teatrale. Quando lui aveva 8 anni sua madre, Françoise Lefevre, ha vinto il premio Goncourt des Lycéens per il libro Le petit prince cannibale. Dopo essersi sentita spesso colpevolizzata per l’autismo del figlio, Françoise raccontava lì la sua esperienza di madre che decide di educare da sola il proprio figlio, rinunciando ai metodi allora diffusi.