Con un ritmo agile e una scrittura molto visiva, il romanzo della Charbonnier alterna un narratore in terza persona a una corrispondenza romantica tra Nannerl Mozart e il maggiore Franz Armand d’Ippold. Le lettere evidenziano la frustrazione della ragazza che, per decisione del padre Leopold, non può sfruttare il proprio talento e deve invece insegnare musica per finanziare i viaggi del fratello. Molti elementi sono di fantasia, come le stesse lettere o anche l’esaltazione dell’attaccamento tra Leopold e Amadeus: quando il figlio decide di stabilirsi a Vienna, lo fa con il pieno appoggio di suo padre, che nella vita reale gli mancò.
Tuttavia, l’autrice afferma di aver concepito un romanzo storico che si propone di trasmettere lo spirito dell’epoca e che mantiene la cronologia degli eventi principali della vita di Mozart. “La parte di invenzione riguarda soprattutto la psicologia dei personaggi”, spiega a El Mercurio. Riguardo alla relazione padre-figlio, la Charbonnier dice: “Era necessario creare una dinamica tra i due che fosse coerente con il tessuto emozionale della mia storia, e una sorta di alleanza maschile contro la protagonista”.
Per documentarsi, la scrittrice è andata a Salisburgo, ha visitato la Biblioteca Mozartiana e ha letto la corrispondenza della famiglia, ha intervistato un musicista ex bambino prodigio, fans ed esperti di Mozart, e ha anche conversato con uno psicologo per comprendere meglio le dinamiche emozionali di una famiglia come quella dei Mozart. Riguardo all’aspetto musicale, la Charbonnier lo aveva già in sé perché suona il piano da quando era piccola e mentre scriveva il romanzo interpretava e ascoltava quasi esclusivamente musica di Mozart.
Il libro e il film sono prodotti del tutto indipendenti. Il primo si occupa della vita di Nannerl dall’infanzia all’età adulta, il secondo solo di una tournée familiare quando la protagonista aveva 14 anni. E malgrado gli autori siano stati in contatto, non conoscono l’opera l’una dell’altro. Féret ha inviato alla Charbonnier la sceneggiatura del proprio film, specificando di non aver voluto leggere il romanzo per non esserne influenzato; e la Charbonnier non ha visto il film di Féret, che in Italia non è stato distribuito.
Tania González Chávez, El Mercurio, Cile, 16 giugno 2012
LINK AL WEB DELL’AUTRICE: http://www.ritacharbonnier.com/una-ragazza-di-nome-mozart