L'intento è collegare corpo e mente, coniugando i movimenti dello yoga, gli esercizi di potenziamento muscolare e il relax e da qui l’appartenenza alla famiglia dello yoga. Per quanto riguarda questo apparentemente stravagante nome, “Strala”, invece, ha una origine diversa. Tara Stiles che è stata coach di Jane Fonda e fondatrice del metodo, ha unito i termini che meglio descrivono questa disciplina, ovvero “strength” (forza), “balance” (equilibrio) e “awareness” (consapevolezza). Ma la cosa ancor più strana è che in seguito la modella ha scoperto che “strala” è anche una parola svedese che significa "irradiare luce, illuminare", e che poi è uno degli obiettivi dello Strala.
Il vantaggio principale dello Strala è la facilità con cui i muscoli vengono sollecitati, si lavora su braccia, gambe, schiena e addominali, si tonificano i glutei e si bruciano calorie. Come accennato è orientato sul movimento più che sulla dimensione spirituale, migliora l’elasticità del corpo e affina la silhouette. Piace per il suo approccio giocoso, dinamico e divertente, che lo rende accessibile a tutti, a prescindere dall’età, dal fisico e dalle abilità sportive. Ed è un'invitante alternativa per chi mal soffre il rigore dello yoga e non vuole farne uno stile di vita. Il risultato è una sensazione di libertà, forza e splendore che si sprigiona dall’interno.
Questa disciplina ha suscitato critiche nell'ambito dei tradizionalisti, ma dipende più che altro dall’idea che si ha dello yoga. Per alcuni è un semplice sport, per altri uno stile di vita, poi c’è chi lo considera l’unione di entrambe le cose. Questa disciplina non ha la pretesa di insegnare yoga nel senso puro, ma si presenta come una possibile declinazione di questo; punta sul ritmo e l’esercizio fisico perché lo scopo è anche quello di fare dimagrire, a differenza dello yoga classico in cui si ricerca in primis l’introspezione e il rilassamento della mente.