Nuova mafia e pensiero minore

Creato il 01 dicembre 2011 da Casarrubea

C’è una mafia di destra e c’è una mafia di sinistra o di centro. La mafia non ha orientamento politico. Quella che conosciamo come borghesia mafiosa, non nasce, in realtà, come classe sociale, lo diventa. A mano a mano che si costruisce su se stessa e nel suo farsi storico, mostra caratteristiche e volto: identico alla sua maschera originaria, ma diverso nei suoi significati espressivi, nelle sue reali condizioni di potere.

C’è poi un mondo che si professa democratico che ha caratteri propri dell’agire mafioso. E’ una dimensione più nascosta di quella che viene fuori dalle cronache. Meno appariscente, meno legata alle rappresentazioni teatrali, alle scenografie vistose.  E’ attraversata soprattutto dall’agire quotidiano. Silenzioso e micidiale.

Temo di più i mafiosi di questa seconda categoria, di tipo nuovo e non ancora codificato, perché hanno tutti i codici propri del comportamento mafioso tradizionale: l’uso di una forma sofisticata di violenza, la prevaricazione, il rifiuto dell’altro, la presunzione della verità e cioè il dogmatismo  della loro azione, la messa al bando (il “posare”) di chi la pensa diversamente, la marginalizzazione del diverso, la tendenza a considerare l’avversario come nemico, la mancata accettazione di un reale pluralismo delle idee. Sono quelli che guardano l’altro sputando dal dente, con una botta di malandrinaggio puro. Considerano il genere umano una sottospecie: loro sarebbero di un ordine superiore; gli altri, pesi “morti”. Questi mafiosi sono censori, nemici sotterranei, bifronti. Sono capaci di uccidere e di togliere tutto, il respiro e per primo il diritto di parola. Purché trionfi la loro ipocrisia, il loro superio.

E’ il nuovo potere dell’apparire che ha pervaso da tempo ormai il mondo della carta stampata ed editoriale, la televisione e la radio, la società e l’economia. Tutto, a diversi livelli, si è contratto in poche mani. Ne è derivata una cricca che governa, a destra e a manca, gli italiani, capace di imporre un suo nuovo pensiero, una sua nuova verità. Le marginalità che ne sono derivate sono quello che possiamo definire come pensiero minore.