di Ciuenlai
Cominciano (purtroppo) a riecheggiare le note del “era già tutto previsto”. Come ai tempi di Berlusconi, non appena l’ennesima (la quarta o la quinta? Ho perso il conto) manovra “salva la ricca italia”, entra in dirittura d’arrivo, si comincia a parlare di quella che dovrà venire da qui a pochi mesi. Si sussurra di altri 15 miliardi a primavera. E siccome di patrimoniale non vuol sentire parlare nessuno, dopo le pensioni il prossimo attacco avverrà sugli stipendi. Un assaggio di quello che ci aspetta ce l’ha fornito la signora Fornero, che si sta specializzando in rapine dai 2000 euro in giù. La signora, non contenta di aver falcidiato con il contributivo e la non indicizzazione le pensioni dei lavoratori, si è lamentata del fatto che le stesse sono “ così alte” (sic) perché è sbagliato il sistema di incremento (quale, dove l’ha visto?) degli stipendi. Adesso è una linea che cresce verso l’alto fino a raggiungere il massimo quando si va in pensione. Lei vorrebbe trasformarla in una curva che prevede un massimo a metà carriera e un ritorno al minimo quando si viene collocati in riposo. Così si risparmia due volte : sullo stipendio e sulla pensione. Facciamo un esempio : Un operaio entra con 800 euro, passa a 1200 verso 40/45 anni e torna a 800 a fine carriera. Così percepirà una lauta pensione di circa 450 euro, che però, a differenza di quelle d’oro, verrà indicizzata (pensa che culo!). E non dovrà lamentarsi che è poco, perché, continueranno a ripetergli fino alla noia, che “se non si fa così” avrebbe avuto anche meno. E a forza di andare verso il basso, un giorno arriverà la norma lavoro “a reddito zero”, che, essendo ancora troppo costosa per lo stato, una manovra dopo, verrà sostituita da quella dello stipendio “equo e solidale”. Bisognerà, cioè, passare un salario al padrone per poter lavorare.